IL NO IGNORANTE AL VACCINO

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Il 27 dicembre è stato in tutta Europa il V-day (a parte i soliti furbastri che hanno anticipato di un giorno). L’evento, come in parte è giusto che sia, è stato accompagnato da massiccia esposizione mediatica. La necessità di rappresentazione di un evento così importante ha dato ancora una volta spazio anche a protagonismi beceri, a chi è alla ricerca di visibilità per interessi sostanzialmente privati. E’ abbastanza inevitabile, si potrebbe dire che fa parte del gioco.

Quello che colpisce veramente è invece la dicotomia radicale tra chi valuta il vaccino come una salvezza, a lungo invocata, che potrà finalmente debellare la terribile pandemia, e tra i tanti, molti, che dichiarano scetticismo e perplessità all’idea di vaccinarsi.

Da dove deriva questa seconda posizione che, di fondo, è critica nei confronti della scienza? Quali sono i meccanismi psicologici che sottendono una posizione che, in molti casi, è sostanzialmente irrazionale?

Certo, nel nostro paese scontiamo anche anni di no-vax propugnati da personaggi pubblici con grande seguito. Tra chi teme di vaccinarsi, vi sono posizioni in cui si possono leggere spunti paranoici, persecutori e, qualche volta, persino francamente deliranti. Ma il punto non è questo.

La regola di base, valida proprio per tutti, è che ciascuno di noi davvero ignora tutto quello che non sa. Nel senso che ciascuno di noi dimentica di ricordare su che basi, su quali fondamenta si poggiano le proprie opinioni. Quello che ciascuno pensa dipende sia da quello che sa, frutto delle sue esperienze, ma è anche conseguenza di tutto quello che non conosce. Ma proprio perché non lo conosce, tende a negare l’importanza e perfino l’esistenza di tutto quanto gli è sconosciuto. E’ un meccanismo di base: ignorare quello che non sappiamo.

In parte, è un meccanismo che ci serve a sopravvivere: se io ogni volta dubitassi di quello che penso, tutto diventerebbe precario ed incerto (per la verità, il pensiero scientifico procede proprio così: ogni affermazione non è valida per sempre e in assoluto, ma lo è fino a quando non comparirà una nuova affermazione più convincente). Insomma, ignorare il tantissimo che non sappiamo è anche utile, per dare un senso di certezza alle nostre convinzioni.

Però, non bisogna esagerare. Servirebbe a tutti un bel bagno di umiltà, porre più attenzione alle credenze limitate assai (in termini scientifici, in termini culturali, ecc) su cui poggiano le opinioni che spesso difendiamo con tanta forza. Sarebbe assai utile che molti, prima di parlare a vanvera, si chiedessero su quali conoscenze hanno costruito le loro granitiche convinzioni.

Peccato che, anche per dubitare, occorra studiare.

4 pensieri su “IL NO IGNORANTE AL VACCINO

  1. Olimpia ammendola dice:

    Rivendicare la libertà di non vaccinarsi e pretendere di servirsi della sanità pubblica allorquando ci si ammala di covid, lo trovo incoerente e opportinistico.

  2. Antonio Defabianis dice:

    Se, di fronte ad un vaccino gratuito, qualcuno si sottrae e poi magari si ammala, ritengo corretto addebitargli completamente tutti i costi delle cure. Le scelte individuali, non devono andare contro il bene della comunità, come ormai da tempo accade.

  3. Dongiovanni Cristina dice:

    Io credo che occorra attendere un po’. Non è certo possibile perfezionare l’umanità ad immagine e somiglianza degli esperti, questo non avverrà mai per nessuna scienza. Quando un mostro come la pandemia che stiamo vivendo, così lontano dall’immaginario collettivo, diviene realtà la mente umana scopre terribili possibilità che la paralizzano proprio nella realtà dell’acquisire (cioè del portare dentro, accettare, farsi carico). E siccome purtroppo il vaccino anche solo un pezzettino infinitesimo del mostro lo contiene, ecco che la fabbrica dell’irrazionalità comincia a sfornare i no della diffidenza, della rabbia contro il maledetto che molti immaginano ancor più insidioso forse, vestito a festa per ingannare. E’ un livello di pensiero che ignora si, ma così umano che va compreso, la gente ha paura. Poi dovremmo andare a vedere se chi ha paura è la stessa gente che se ne infischia del distanziamento, questo si. Ma sono certa che la fisicità del vaccino sia percettivamente molto diversa da quella vissuta in una discoteca. Gli appelli mediatici, le bare, il terrorismo necessario profuso in tutte le direzioni non è strano che abbia colpito il doppio dei corpi rispetto alle menti. E’ il corpo che tiene in vita, questo è l’uomo, il pensiero viene dopo. Invece di trattare i primi arrivi del vaccino come fossero i re magi sarebbe bene che facessero dell’informazione semplice e precisa. Sui no vax non dico nulla, nel momento in cui esiste la libertà possono esistere anche loro. Non li farei pagare, abbiamo sempre curato anche i tumori derivati dal fumo. Basterebbe forse la lezione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *