IL CALCIO SPIEGATO AGLI YANKEE ANNOIATI (SE CAPISCONO)

di LUCA SERAFINI – Che noia! Che barba! Che noia! (Boredom beard boredom). Il calcio europeo (soccer) agli americani fa venire il latte alle ginocchia (knee milk), segnatamente al prestigioso periodico “Sport illustrato” (Sport illustrated).

A sostegno: negli ultimi 15 anni la Liga ha diviso gli scudetti tra Barcellona (9) e Real Madrid  (5), unica eccezione l’Atletico nel 2014. In Bundesliga il Bayern è all’ottavo titolo consecutivo (9 negli ultimi 11 anni). In Italia la Juventus è al nono consecutivo. Che pizza! (Pizza, anche in inglese). Mamma mia! (Mama mia).

Non che abbiano tutti i torti, parliamoci chiaro almeno tra noi che non tifiamo Juve e quello che avviene oltre confine non ci tange. Anche noi ce le siamo rotte… Langue la passione, regna lo sfinimento. Ma è la prospettiva, che è sbagliata: loro, the americans, per spiegare la questione rimandano tutto a una sbagliata amministrazione, una iniqua distribuzione dei soldi, una sperequazione tra ricchi e poveri.

Dura, spiegare da qui (hard to explain from here) agli americans così lontani, che Inter e Milan negli ultimi 3 anni hanno speso quasi un miliardo e mezzo di euro sul mercato vincendo solo un binocolo e un cannocchiale; che il Real ha avuto per anni le sue carestie di trofei nonostante l’opulenza di cassa; che il Liverpool ha vinto una Champions dopo 15 anni e lo scudetto dopo 30…

Dura spiegare che con in bacheca 36 o 38 scudetti a seconda dei conti parrocchiali, la Juventus nella sua storia ha vinto solo 2 Coppe dei campioni (Champions).

Non è solo una questione di soldi: qua e là sbucano un Leicester o un Lipsia o
un’Atalanta a ricordarcelo.

Il vero nodo della questione (knot of the story) è saper spendere. Il Monza di Berlusconi ha speso un patrimonio ed è salito in B, il Bari di De Laurentiis ha speso un patrimonio e dopo aver annaspato per i playoff, ha perso la finale contro la Reggio Audace, restando in C (Lega Pro).

Insomma qui da noi in Europa non c’è la distribuzione dei campioni sorteggiati come al college, non c’è la divisione dei diritti in parti uguali, non c’è una conference senza retrocessioni. Non ci sono playoff e playout (anche se un paio di Robin Hood ci sta provando, nella speranza di ridare almeno uno scudetto ai poveri strappandolo alla Juve dal tabellone).

No, dear friends: anche nel soccer, come nel baseball, nel basket, nel football, nel nuoto sincronizzato…, in Europa negli USA in India nel mondo per vincere bisogna avere società serie, campioni In campo e allenatori top in panchina. Insomma, a tutte le latitudini per vincere bisogna essere bravi, più bravi degli altri. Concetto semplice, ma difficile da far capire oltreoceano: simple but difficult to explain.

A meno che qualche riccastro non trucchi carte e regole, ma questo è un altro discorso e comunque ci vogliono delle prove. Evidence of crime.

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