QUELLO CHE VEDIAMO IN SINNER

Un po’ stufi ed anche patetici, nel ricordare gli inarrivabili Pietrangeli e Panatta, adesso, finalmente, si scrive e si parla di Sinner e delle sue imprese in ogni dove, celebrandolo come si usa fare, addirittura descrivendolo con un Apollo pronto a stendere qualunque tifosa.

A proposito, se lo osservate bene nel viso e nel sorriso, ricorda assai Rocco Siffredi e qui, please, evitate il trivio e il quadrivio.

Di fatto il ragazzo è un fenomeno positivo in un teatro di macchiette ed esibizionisti quale è diventato il tennis, antico sport da circolo con i riti anche ridicoli, la richiesta del giudice di fare silenzio, la pausa dei tennisti per sbucciare una banana o sorbire una coca cola, l’uso dei minori a raccogliere le palline oppure offrire l’asciugamano, i campi di ogni tipo, terra rossa, prato, cemento, tartan che fu, i punti che vanno da 15 a 30 a 40, le improbabili divise da gioco però doverosamente bianche nella chiesa inglese.

Jannik Sinner è il riassunto corretto di tutto questo cinema ed è bello che sia un ragazzo italiano, seppur con residenza fiscale a Montecarlo, a far girare le racchette a mezzo mondo, per ultimo superando quel simpaticone serbo di Djokovic mentre, attorno, il PalAlpitour era stata trasformato in una chiassosa discoteca con strilli curvaioli. Ma questo è il nuovo tennis, dovunque eccetto Wimbledon, sport che richiama giovanissimi, che produce reddito, che alleva atleti minorenni già fenomenali, trasformando il circolo in saloon, ma tant’è, la gente si avvicina, si appassiona, staziona dinanzi al tivvù preferendolo al dibattito sul governo e l’immigrazione o la Palestina o Putin.

Panem et circenses? Ma per favore, godersi lo sport è roba che fa parte del fanciullino che sta in noi anche prima di Pascoli e, in fondo, Sinner per alcuni è la proiezione di quello che si desidererebbe essere, belli freschi e vincenti, anche se di lingua madre mezza crucca, ma questo è un valore aggiunto per chi pratica lo sport mondiale invece di essere fermo a “nu volevàm savuàr” e roba simile, soprattutto tra i calciatori.

Sinner, dunque: anche se la “Gazzetta” non gli ha dedicato tutta la prima pagina preferendogli Mazzarri, mi auguro che nel caso di vittoria finale, il ragazzo abbia lo spazio dovuto a meno che Lautaro o Lukaku non facciano cose da pazzi o Spalletti si faccia sbattere fuori dall’Europeo, come al saudita marchigiano riuscì per il Mondiale.

Come vedete sono scivolato nel football, allora avanti Sinner e la sua orchestra. Scrivono già delle sue fiamme accese e poi spente. Altre gossippate sono in arrivo. Attento al doppio fallo.

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