QUELLI CHE ANCORA PAGANO PER FARSI INSULTARE DA MORGAN

Morgan avrebbe voluto ricordare Franco Battiato, ma involontariamente si trova suo malgrado ad evocare anche Carmelo Bene, l’uomo che seppe dislocare la voce dal corpo, la fonetica dal significato e l’atto dall’intenzione.

Morgan si atteggia a genio, compreso e compresso o in fase di comprensione nei suoi sproloqui ad uso e consumo di chi ancora non si è dato per vinto e ha deciso di pagare un biglietto per andare a vedere il nulla, stavolta in un teatro come quello di Selinunte, solo che Morgan non è l’Efebo, ma avrebbe forse bisogno di una flebo di zuccheri, per i troppi sbocchi di bile che l’altra sera hanno raggiunto livelli da antologia.

«Avete rotto il Pazzo, ho dei sentimenti, Toglioni”. Così Morgan ad un certo punto al malcapitato pubblico pagante, che in ogni caso una colpa ce l’ha: aver pagato ed essere lì. Erano in tanti, desiderosi di ascoltare il concerto-lezione ‘Segnali di vita e di arte’ dedicato a Franco Battiato. Quello di Morgan era l’ultimo appuntamento del Festival della bellezza, dopo le lezioni di Massimo Cacciari e Umberto Galimberti, due che non hanno certo bisogno di presentazioni, mentre a Morgan uno che lo rappresenti meglio farebbe comodo.

Lo spettacolo inizia con quasi 40 minuti di ritardo: per l’arte non c’è fretta. E dopo aver suonato alcuni dei suoi brani, l’ira dell’artista si scatena non appena qualcuno dal pubblico si permette di gridare: “Sei fuori tema”. Apriti cielo! Ma chi siete voi per parlare? Sembra dire. Ma chi si credono di essere? “Avete avuto abbastanza voi adesso – dice per davvero il suddetto in piedi sul palco, rivolgendosi rabbioso al pubblico – avete avuto troppo, perle ai porci si chiama questo, se non se ne vanno quei dementi io non canto”.

Rivolgendosi a qualcuno del pubblico che lo aveva invitato a suonare, Morgan ribatte: “Vai a casa tua, non te lo meriti lo spettacolo, sei molesto, sei venuto a rompere i Toglioni”. E poi: “Siete stupidi, la società è una merda”, mentre dal pubblico si levano voci che lo invitavano a cantare, lui se ne impippa. “Io sono un personaggio, andate a vedere Marrakesh, Fedez… frocio di merda”.

Insomma arte. Arte purissima. Sotto quel cielo di Sicilia e tra quei ruderi di una civiltà lontana, risuonano gli improperi di un sedicente artista che parla come gli hacker e i leoni da tastiera. Lui se ne compiace, lui ci mette la faccia e il fisico, la presenza scenica e scemica, di chi si crede solo per il fatto di essere al mondo un’opera d’arte. Ne è convinto lui, ma c’è anche chi lo ha indotto a crederci, tutti quelli che un biglietto l’hanno pagato, per andarsi a prendere la buona dose di insulti.

E pensare che bastava andare da “Cencio la Parolaccia”, in Trastevere. Lì, tra un vaffa di qui e un vaffa di la, si sarebbero almeno mangiati una “cacio e pepe” da urlo. Che neanche Morgan: lui se urla, stona.

2 pensieri su “QUELLI CHE ANCORA PAGANO PER FARSI INSULTARE DA MORGAN

  1. VANDA ANNA BAYSLAK dice:

    Certo che gli spettatori hanno pagato il biglietto.per vedere Morgan, ma che dire di chi ha pagato Morgan stesso per fare lo spettacolo? I più puliti hanno la rogna!

  2. John Zorn dice:

    Ma… Pier Augusto, e se invece Morgan avesse ragione? Si legge sui giornali di quanto il pubblico sia maleducato e privo di rispetto e attenzione ad eventi, concerti, opere teatrali. Leggevo che in Inghilterra la polizia e’ dovuta intervenire durante spettacoli teatrali per la cafonaggine del pubblico. A parte il f.d.m., Morgan potrebbe aver ragione, provi a pensarci… Il pubblico lo stava provocando, dov’e il rispetto per l’artista???

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