FERRARI&MANCINI, L’ESILARANTE DOMENICA DELL’ORGOGLIO ITALIOTA

Grandissima domenica di risate a bocca aperta, tipo la Settimana Enigmistica.

Tredici secondi per il cambio di una gomma. Acqua e olio a posto, un lavaggio veloce al parabrezza. La Ferrari di Leclerc prosegue la sua farsa in Formula 1 e l’orchestra di Maranello, con tutti i trombettieri e violinisti distribuiti nelle varie testate giornalistiche, continua a sparare promesse e progetti mentre il resto della comitiva se la spassa. Anche sotto la pioggia di Olanda la cosiddetta rossa, di vergogna, ha fatto acqua da ogni parte, ma l’episodio del primo pit stop e una gomma introvabile dal meccanico addetto, con record stagionale di secondi tredici per provvedere alla sostituzione, sono la fotografia ricordo di Zandvoort. Prevedo che il Vasseur messo lì dopo Binotto, a sua volta sostituto di Arrivabene che aveva preso il posto… La giostra gira e adesso, come annunciano gli imbonitori, tra una settimana si va a Monza, dai che la Ferrari tornerà a mettere il muso davanti a tutte.

Dicevo della domenica irresistibile: ultime da Ryiad, a ore Mancini Roberto verrà presentato alla stampa e al popolo saudita come muovo allenatore della nazionale dei figli del deserto. Evito di traslocare l’immagine all’ex cittì nostrano che con la sua faccia bella, riponendo in ordine l’ondame di capelli, spiegherà che questa è stata una scelta di vita perché non si poteva dire di no a quel popolo, a quel Paese, a quell’emiro, d’accordo l’Italia, gli spaghetti, il Verdicchio marchigiano, le Poste e i Telepass, ma volete mettere l’aria che tira sull’altipiano desertico tra cammelli e Rolls Royce?

Mancini Ali Babà sarà seguito dai suoi, non cado nella facile trappola della fiaba, impareranno “Lunga vita al re”, inno nazionale, e poi consulterà l’anagrafe calcistica del Paese, magari scovando, come ha saputo fare da noi, qualche oriundo saudita disperso in Sudamerica.

Inutile la demagogia sul salario ultramilionario, fa parte del gioco e chi si indigna non ha capito nulla del football e del sistema contemporaneo. Però Mancini merita il Pinocchio d’oro, nuovo trofeo riservato al personaggio che l’ha sparata più grossa, alla sua scelta personale non hanno creduto nemmeno nei peggiori bar di Codroipo.

Esordio l’8 settembre contro Costa Rica nello stadio del Newcastle, club di cui è proprietario lo stresso fondo saudita, il 12 contro la Corea del Sud. Mancini eredita la panchina da un bell’uomo, Hervé Renard, che ha scelto di lasciare il Paese per fare ritorno in Francia e allenare la nazionale femminile. Potrebbe essere il futuro del Mancio. Tanto le dimissioni fanno parte del suo bagaglio appresso.

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