MA CENSURARE TRUMP E’ PIU’ VERGOGNOSO DI LUI

di ARIO GERVASUTTI – La premessa non dovrebbe essere necessaria, ma a scanso di equivoci eccola qua: Donald Trump è – nella migliore delle ipotesi – un irresponsabile e inadeguato ex presidente degli Stati Uniti. Nella peggiore, uno squilibrato. E non credo serva aggiungere altro per prendere le distanze da un personaggio che ha interpretato al meglio il peggio delle “ideologie” più in voga degli ultimi anni.

Ciò premesso, tra tutti i commenti “fotocopia” che hanno invaso gli organi di informazione dopo le sconcertanti scene di Washington, ce ne sono alcuni che si prestano a una riflessione. Tra questi, quello di Riccardo Luna per “La Repubblica” riassume bene un concetto ripreso anche da altri. Dice in sintesi: bene hanno fatto Facebook, Twitter e soci(al) ad espellere Trump, marcandolo a uomo e cancellando i suoi post. E se prima “Trump era il presidente in carica degli Stati Uniti e i social network ritennero che la carica istituzionale comportava privilegi dal punto di vista della libertà di espressione: non si poteva censurare la Casa Bianca”, adesso “Trump è il presidente uscente”, perciò è un tizio qualunque al quale va impedito di esprimere le proprie idiozie. Ciò “non metterà la democrazia americana al riparo da un altro colpo di mano, non impedirà ad un manipolo di irriducibili di esprimere i loro deliri; insomma non salverà il mondo, ma servirà a dire che i social network non possono essere usati per attentare alla democrazia. Altrimenti vale tutto, ma i social sono finiti”.

Ecco, il punto è proprio questo.

In realtà, i social sono finiti proprio nel momento in cui impediscono a una persona – una qualunque, sia l’ultimo dei derelitti o il presidente di una Nazione – di esprimere il suo pensiero, ancorché delirante. Perché vengono meno al motivo per il quale sono stati creati: dare diritto di parola – e soprattutto di pubblico – a legioni di imbecilli (cit. Umberto Eco).

Il Web non ha inventato gli imbecilli, ma ha dato loro lo stesso pubblico che hanno i premi Nobel. Giusto? Sbagliato? Ognuno può avere una propria opinione in merito, ma questo è un dato di fatto. La domanda conseguente, però, è questa: se legioni di imbecilli hanno diritto di parola proprio in virtù dei social, che diritto hanno i suddetti social di impedire che uno – e uno solo – di quegli imbecilli possa parlare? In base a quale valutazione? Che è un pericoloso criminale?

Davvero Trump è più pericoloso dei Talebani (sì, i loro vertici sono attivissimi sui social), degli ayatollah iraniani, dei nazisti, dei comunisti, giù giù fino ai deliri dei no vax e dei milioni e milioni di persone che sproloquiano ogni giorno su twitter o su facebook insultando, diffamando, aizzando, facendo emergere il peggio dell’ignoranza e della bassezza umana, travalicando quelli che una volta erano i fondamentali cancelli del rispetto e dell’educazione nel momento in cui ci si rapporta con un’altra persona soprattutto se sconosciuta? Questi cancelli, sui social, non ci sono mai stati.

Fermo subito l’obiezione: non tutti i frequentatori dei social sono così. Vero, ci sono anche tante persone normali che postano i loro pensieri in modo civile e urbano. Resto dell’opinione che siano una minoranza, ma non importa. Ciò che importa, qui, è stabilire se tutti gli altri – che comunque la si voglia pensare sono una “massa” – abbiano o meno diritto di parola. Insomma, o tutti o nessuno. Perché peggio del dare libertà di parola a legioni di imbecilli c’è solo la concessione della libertà di parola agli imbecilli “scelti”, selezionati da qualcuno in base alle proprie opinioni. E – peggio del peggio – in base all’autoproclamazione di una supposta superiorità: “Io sono paladino e difensore della democrazia, e in nome della democrazia ti censuro”.

Si può fare, sia chiaro. Ma la “selezione della razza” (di qua i puri, di là i dementi che rischiano di infettare il corpo sano del popolo) mi fa venire in mente, non so perché, qualcosa che con la democrazia aveva poco a che fare.

Pertanto sì, “i social sono finiti”, almeno così come li abbiamo conosciuti finora. Se censurano i milioni (forse miliardi) di “Trump” in giro per il mondo, verranno meno alla ragion d’essere della loro creazione; se invece non lo faranno – e come scrive Luna “vale tutto” – idem.

p.s. Non mi sottraggo dall’esprimere la mia preferenza: io sono per l’espulsione dai social al primo insulto, alla prima diffamazione. Non alla prima idiozia. Basterebbe questo per depurare la cloaca in poco tempo. Ma i manovratori dei social non lo faranno: a loro servono le legioni.

Un pensiero su “MA CENSURARE TRUMP E’ PIU’ VERGOGNOSO DI LUI

  1. Giancarlo Galan dice:

    Formidabile!
    Bravo Ario!
    Quant’è bello leggere -ogni tanto- una voce fuori dal coro, una parola fuori dal coro dell’odioso polically correct, dal girl l’odio so conformismo che ammorba ogni cosa.
    Viva l’eresia!

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