LO PSICOLOGO: SUPERMARIO AUTOCENTRATO, QUASI ZEN

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Non ho le competenze per valutare l’operato del neo presidente del Consiglio dei Ministri. Ovviamente, come tutti, so che gode di grande prestigio internazionale e che ha ricoperto incarichi di assoluto rilievo con consensi molto ampi. Non entro quindi nel merito delle prime scelte di Draghi. Non formulo alcun giudizio tecnico, limitandomi ad alcune osservazioni relative al suo stile comunicativo.

Ciò che mi ha maggiormente impressionato, in modo ovviamente assai positivo, è la sua “non reattività”. In un’arena sempre più contraddistinta dalla velocità repentina delle reazioni, che finiscono per provocare la continua sovrapposizioni delle voci, in un bailamme che genera sempre più caos, il suo stile totalmente diverso colpisce molto.

Tra politici e commentatori che cercano la sovraesposizione, abili nel provocare e nel rispondere reattivamente, appunto, alle provocazioni altrui, tra grandi urlatori spesso incapaci di esprimere con chiarezza le proprie proposte, lo stile sobrio di Draghi appare una boccata d’ossigeno.

Osservandolo nella postura e nel tono verbale, ho particolarmente apprezzato quella che si poterebbe definire la sua autocentratura. Quasi come un maestro zen, dà l’impressione di essere indifferente al chiacchiericcio che lo circonda, poco incline a scendere sul terreno della polemica futile e apparentemente poco influenzabile dal contesto esterno.

Laddove la capacità di reagire poteva sembra un merito (ed è indubbio che in certe situazioni svolga una funzione essenziale), trovo invece assai innovativa ed utile la capacità di restare sul proprio compito e sulla propria missione, che la postura e lo stile comunicativo scelto da Draghi sembrano suggerire. Stavolta sono i toni bassi e la sobrietà ad indicare fermezza.

Non conosco bene la sua storia, e quindi non so dire quanto tutto ciò dipenda da dati caratteriali, da vicende biografiche (ho letto che ha perso presto i genitori), dall’educazione cattolica, dalle esperienze formative o dai contesti professionali in cui ha operato. E’ possibile che ognuna di queste variabili, come per ciascuno di noi, giochi un ruolo importante nella costituzione dello stile personale.

So solo dire che apprezzo molto la sua formale non reattività e che l’autocentratura è sempre correlata alla stabilità ed alla consapevolezza di sé, delle proprie responsabilità e anche dei propri limiti. Qualità essenziali per chi occupa ruoli che richiedono l’assunzione di scelte assai difficili.

Certo, poi le scelte pubbliche vanno comunicate e condivise con i cittadini e anche io spero che non si passi da un estremo all’altro, evitando che si realizzi un’eccessiva distanza informativa tra un’istituzione così importante e tutti noi.

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