L’ITALIA DEMENTE CHE VUOLE ABOLIRE IL TEMA (E LA SCRITTURA)

Qualche tempo fa, ho letto che il ministro Bianchi aveva indicato le date per le prove scritte degli esami di maturità. Credo che i miei tre lettori sappiano quel che penso di lui. Ma quel che penso io conta poco, perlomeno dal punto di vista generale: da quello particolare, invece, dopo che, in quasi quarant’anni di carriera ho visto passare da viale Trastevere ogni sorta di genio, credo di poter dire la mia.

Infatti, non appena ho visto la notizia dell’indefettibile scadenza, ho pensato: questi lo scritto d’italiano non lo faranno mai. Anzi, non lo faranno più: troppo comodo per tutti, studenti e docenti, saltarlo a piè pari. Difatti, a corroborare le segrete speranze del nostro Bianchi e della sua squadra di raffinati docimologi, è arrivata la petizione, firmata da 40.000 studenti, con cui si chiede la cancellazione della prova. Vi risparmio il solito blabla posto dai giovani fenomeni a corollario della richiesta: a forza di circolari e letterine ministeriali, il linguaggio della scuola si assomiglia tutto, da Derossi fino a Franti. Il succo è che fare un tema (un tema: un accidenti di miserabile tema!) sarebbe troppo complesso, dopo la pandemia eccetera eccetera, e risulterebbe punitivo per i poveri ragazzi. Un tema: lo capite? Periglioso e complicato, un tema. Perfino quei temi balordi: un festoso cane della mia infanzia, il mio compagno di banco, le vacanze di Natale!

Così, pare che anche il tema d’italiano passerà in cavalleria. Che la volontà comune fosse quella di cancellare il tema dalle prove di maturità mi è stato, recentemente, confermato da un’altra esponente simbolo di quella scuola che Papini, con lucida lungimiranza, suggeriva di chiudere: Valentina Aprea. L’ex viceministro, infatti, alla notizia della probabile cancellazione dello scritto d’italiano, ha postulato l’utilizzo dei “code”, ben più utili di morfologia e sintassi, per affermarsi nel mondo del futuro. Non commento, per evitare risvolti penali al mio articoletto, ma sono certo che i più avvertiti tra voi mi leggeranno nel pensiero.

Ricapitoliamo: il tema è troppo difficile, perchè gli studenti non sono più abituati a scrivere. Quindi, lo aboliamo. E’ una filosofia formidabile, che, applicata su larga scala, permetterebbe di risolvere i problemi dell’umanità. La povertà? Basta chiudere gli occhi quando si incontra un povero: risolta! Le malattie? Basta fingere di essere sani: e che ci vuole? L’ignoranza? E’ sufficiente cancellare la cultura e non ci sarà più nemmeno l’ignoranza! Perché diavolo non ci abbiamo pensato prima? Anziché domandarsi per quale motivo gli studenti non scrivano più e, magari, andare a vedere cosa fanno alle medie, anziché esercitarsi nella produzione testuale, cancelliamo la scrittura. Trasformiamo la scuola in un luogo di delizie, tra dibattiti e webinar, progettoni e progettini, giornata della donna, del rifugiato, del cammelliere, dell’educazione e del brocantage. Tanto, questi lavoreranno fino a novant’anni: faranno bene in tempo a imparare un mestiere in tutto quel tempo!

Poveri ragazzi, povere vittime, che vi mettete da soli la corda al collo e assecondate questi cialtroni nella loro demolizione della scuola: davvero non capite che, senza saper scrivere, vi condannate a una semivita culturale. Siamo entrati nella storia grazie alla scrittura: senza la scrittura, ne usciremo. Buon Neanderthal, ragazzi…

3 pensieri su “L’ITALIA DEMENTE CHE VUOLE ABOLIRE IL TEMA (E LA SCRITTURA)

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Tema :
    Caro ragazzo , sei siquro che se sapesti scrivere e legere melio e fosti meno ignorante quasi come un alfabeta non anderebbe più meglio ?
    Ciau.
    Fiorenzo Alesi

  2. Cristiano Sias dice:

    Ho sentito dire che nel 2749 ci sarà una rivoluzione animale, e le rane prenderanno il potere, nelle terre ormai sommerse, perché gli scorpioni si saranno tutti uccisi fra di loro, oppure affogheranno. Pure i rospi sono preoccupati.

  3. Amalia Graglia dice:

    Il problema vero è sottostante quello del tema ed è l emergenza di un problema antico nella scuola e in molta cultura: l abdicazione dal ragionamento, dal senso critico, dall uso articolato della parola per argomentate e documentare. Quale meraviglia se dalla retorica, dalle parole vuote e roboanti si passa addirittura all abolizione delle stesse ? Urge un capovolgimento della cultura e della scuola vedi il mio LIBRO IL SENSO DELLA VITA con uno sguardo al presente
    Lupieditore su Amazonhttps://www.amazon.it/dp/B09QP86B2N

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *