L’ILLUSIONE OTTICA DEL NO-VAX

Lavorando in ospedale, mi capita talvolta di incontrare utenti che non sono vaccinati. Per superare le loro ritrosie e non arrabbiarmi troppo utilizzo qualche metafora, inventandomi un approccio che ripeto spesso. Quando una persona mi esprime la sua opinione per cui preferisce rinviare il vaccino, io dico a bruciapelo, con la mia migliore faccia da fesso:

Scusi, lei possiede un’automobile?

Si, certo (mi riferisce marca e tipo).

Ed è sua, comprata con i suoi soldi, vero?

Certamente – dice il paziente, ignaro di dove voglio andare a parare, mentre rafforza in sé la convinzione che parlare con uno psicologo sia sostanzialmente inutile -, fino all’ultima rata. A me nessuno regala niente.

Bene. Ora, immagini che la sua auto faccia un rumorino, abbia un piccolo problema. Lei preoccupato va dal meccanico e gli dice: l’auto ha qualcosa che non va, è mia, cambiami la frizione…

Eh no. Il meccanico dice: devo prima guardare di che si tratta.

E’ sicuro che il meccanico le chieda di fare una diagnosi? Potrebbe pure dire: l’auto è sua e io l’accontento, anche se la frizione è perfetta…

Ma non sarebbe corretto.

Quindi lei si affida al parere tecnico di un meccanico, magari ne cerca uno esperto, per riparare la sua auto?

Certamente sì, dottore. Ma è ovvio… (intanto, capisco dalla sua faccia che le mie quotazioni stanno salendo).

E come mai con la sua salute, che certo le sta più a cuore dell’auto, non fa la stessa cosa? Guardi, che è una contraddizione: tratta meglio l’auto che la sua salute, che è assai più importante. Con il suo corpo preferisce fare di testa sua. Ma lei non è un medico, o sbaglio?

Ma o sapite che avite ragione, dottò. Nun avevo mai pensato a stu’ fatto della macchina… Ci devo riflettere… Non aggià fa a capa mia… ma si sentono tante cose, ci stanno confondendo, io non sto capendo niente…

A parziale scusante dei miei pazienti, devo riconoscere che, oltre all’ignoranza, entra in gioco il funzionamento della mente, che per essere veloce procede per analogie e semplificazioni. In pratica, noi tendiamo a credere di conoscere tutto ciò che ci è vicino, mentre reputiamo sconosciuto ciò che è distante. In genere questa semplificazione funziona, ma qualche volta procura distorsioni. E’ quindi in parte automatica la credenza secondo cui conosciamo bene il nostro corpo, che ci è vicinissimo, anzi coincide esattamente con noi stessi, dimenticando che non sappiamo nulla di anatomia, farmacologia e di medicina in genere.

Si tratta di un’illusione, simile a quelle visive, quando la realtà mette in scacco i nostri sensi. Ma possiamo affidare la nostra vita a un’illusione?

Un pensiero su “L’ILLUSIONE OTTICA DEL NO-VAX

  1. Domenico Miceli dice:

    Il vero problema è che nella società di oggi sono crollate le competenze,soprattutto per alc une branche, tutti ci sentiamo virologi, medici, psicologi, avvocati ecc salvo il fatto che poi non chiemeremmo un idraulico per montare una tenda o un falegname per riparare un rubinetto

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