LETTERE A MANCINI – 4

di CRISTIANO GATTI – Caro ct Mancini, strizza indicibile, ansia da psicanalista, ma eccoci ai quarti. Complimenti a lei e alla sua orchestra. Certo c’è chi dice che stavolta ci abbia giocato qualcosa, anzi parecchio, la fortuna: se quel gol dell’Austria non fosse fuffa solo per pochi centimetri, se non esistesse il Var (dillo ai nostri patrioti che sono contrari al Var perchè rovina il bel gioco del calcio), se se se. Sarà bene ficcarcelo in testa una volta per tutte: senza un venti per cento di fortuna (almeno), nessuna squadra riuscirebbe mai ad alzare trofei. Non a caso ci siamo inventati l’intramontabile detto che la fortuna aiuta gli audaci. Tanto per non dimenticare: abbiamo vinto il Mondiale del 2006 sgraffignando al 93′ un rigore all’Australia, poi segnato da Totti (l’unica cosa che fece in quel Mondiale). Così, a titolo di esempio.

Perciò, basta con i sensi di colpa. Il Var esiste, il fuorigioco di pochi centimetri esiste, il gol dell’Austria non esiste. Fine. E avanti di un altro passo.

Più che altro, la tortura che ci ha inflitto l’Austria (e dico Austria, non Brasile), servirà ai violinisti di questo nostro Paese fanatico per capire (forse) che anche l’Italia di Mancini ha i suoi limiti. Se ne sentiva il bisogno, dopotutto, di questa ridimensionata. Così finalmente si può ripartire con più realismo, più umiltà, più senso delle proporzioni. Dopo la Turchia, la Svizzera e il Galles abbiamo letto e sentito cose roboandi e smodate, una grancassa da mettere imbarazzo. Su tutti, il più incontinente resta il Riccardo Muti dell’orchestra tricolore, il popolare Mario Sconcerti, il quale non ha esitato un attimo, neanche il tempo di vedere questa squadra contro avversari un po’ più attendibili, per dire enormità del tipo “in 50 anni di Europei e Mondiali poche volte ho visto un’Italia migliore di questa”. Ellamiseria, signor Mario. Ma quelle di Bearzot, ’78 e ’82, tanto per chiuderla in fretta, davvero le fanno così schifo, senza dire degli avversari che hanno fatto fuori?

In ogni caso, caro ct Mancini, devo dirle che siamo di fronte a un fenomeno epocale e inspiegabile, per il nostro Paese: da che mondo e mondo, mai popolo e autorevoli commentatori sono stati così genuflessi nei confronti del commissario tecnico. Via, non facciamo finta di niente: da noi il ct è per tradizione e costume un tizio che va in giro col bersaglio disegnato in fronte, lui da solo e tutti gli altri a tirare pallate per centrarlo in pieno. Con lei, niente di tutto questo. Solo superlativi e carezze, tutto quello che fa e dice è bello e santo. Sinceramente è difficile dare una spiegaizone al fenomeno paranormale. Forse lei è nato con la camicia, forse gli italiani accusano un calo del gusto e quindi delle pretese, forse è totalmente morto il minimo sindacale di capacità critica. Vai a sapere. Ma resta il fatto che a lei si concede tutto e si perdona tutto. Di lei piace tutto e si esalta tutto. A prescindere, a scatola chiusa. E chi prova a sollevare anche solo qualche eccezione, in una nazione che solleva emendamenti ed eccezioni a vagonate, viene subito deportato nel lager dei gufi e degli anti-italiani.

Anche se so che il destino è questo, io per esempio la saluto inviandole comunque una mia libera e serena opinione. Questa: tutti stanno dicendo che abbiamo vinto grazie ai cambi di Mancini, ancora una volta stratega geniale, ma personalmente resto dell’idea che lei abbia dormito, con questi cambi. Lo giuro, non lo dico con il senno di poi, mi sono testimoni quelli che guardavano la partita con me: già da un po’, molto prima che lei ci mettesse mano, io mi mi sono ritrovato a dire ma cosa aspetta a mettere Chiesa, cosa aspetta a cambiare Verratti e Barella, proprio così, proprio quello che poi lei in effetti ha scelto di fare, ma con colpevolissimo ritardo, con inspiegabile esitazione.

Niente di speciale, solo la dimostrazione che neppure lei è perfetto. E che pure lei, come la sua squadra, da questo allucinante calvario con l’Austria (e ribadisco Austria) esce con una salutare sgonfiata, così da tornare rapidamente con i piedini sulla terra. Anche se l’estatico Sconcerti non ha mai una visto in cinquant’anni una squadra così, limiti e difetti ne avete anche voi. Averli scoperti in tempo, e superati anche grazie al fattore C di cui parlava sempre Sacchi, lui sì un genio vero, servirà a proseguire in un altro modo. Meno esaltati, più tenaci. Come diceva ancora Sacchi, ma un po’ prima di lui la filosofia stoica, non c’è come una bella musata per crescere migliori.

LETTERE A MANCINI – 1

 

Un pensiero su “LETTERE A MANCINI – 4

  1. Cancarlo dice:

    L’Italia, storicamente, è arrivata fino in fondo quando partiva perdente e strapazzata dai giornalisti, abili peraltro ad incensarla rigorosamente ex- post. Questa volta la vicenda è partita esattamente all’opposto, con peana dopo aver strapazzato squadre obiettivamente di 2° livello. Già la partita con l’Austria ha evidenziato numerosi deficit, da cui siamo usciti come al solito con qualche prodezza di alcuni singoli ed il famoso C..O di Mancini, in sostituzione di quello più celebre di Sacchi…Vorrei sbagliarmi, ma Venerdì prox, contro una squadra bella tosta, la ns. avventura europea arriverà tristemente al capolinea… Sempre all’italiana, cioè tra le polemiche velenose di tutti contro tutti…

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