I MEDICI RUSSI A BERGAMO PER IL COVID, TRA IMBARAZZI E PROPAGANDA

In questi giorni si è tornato a parlare della missione misteriosa “Dalla Russia con amore” di due anni orsono che, pur avvenendo in una situazione di emergenza assoluta, a posteriori contiene più di un’anomalia (come riportato anche dall’ufficio stampa del sindaco di Bergamo).

Al di fuori di ogni consuetudine politica e diplomatica, pare in virtù di un’interlocuzione diretta tra Putin e Conte, allora nostro Presidente del Consiglio, fu consentito a 106 militari dell’esercito di Mosca di intervenire nel territorio di un paese Nato, per dare un aiuto alla provincia in piena emergenza Covid. A quanto pare furono scavalcati sia il Ministero degli Esteri che quello della Difesa, e nei primi terribili giorni della pandemia fu autorizzata una missione che fece giungere apparecchiature informatiche e scientifiche ma pochissimi medici. Fu concesso l’arrivo di 14 aerei militari di Putin a Pratica di Mare, vicino Roma, e successivamente con 23 camion militari che percorsero mezza Italia i russi giunsero a Bergamo. Tutto questo fu salutato come prova di grande amicizia di quel popolo nei nostri confronti e nel caos di quei giorni pochi si preoccuparono degli esiti reali della missione.

Ma da tempo si sospetta che il viaggio dei russi, durato un mese circa, sia servito a loro come minimo per studiare il nuovo virus e approntare un vaccino, e non a noi. Conclusione: non fu una missione umanitaria, sanitaria, ma un’operazione di intelligence. Eppure fu presentata come un successo dei nostri politici.

Ci fu da parte di Palazzo Chigi superficialità, incompetenza, dilettantismo o preciso calcolo politico?

La vicenda tende a finire nel dimenticatoio, ma proprio in questi giorni dal Ministero degli Esteri di Mosca, come risposta alle sanzioni che anche l’Italia sta operando, ci viene rinfacciato il loro aiuto, in un momento di grande bisogno. Potere della propaganda russa e della memoria corta di alcuni politici nostrani. Resta sempre aperta la domanda, però: a cosa servì, in realtà, quella “missione umanitaria”?

Un pensiero su “I MEDICI RUSSI A BERGAMO PER IL COVID, TRA IMBARAZZI E PROPAGANDA

  1. baradello dice:

    Come se per l’intelligence russa fosse indispensabile aggregarsi ad una missione umanitaria per visitare in lungo ed in largo l’Italia e non solo le RSA come in questo caso. Ricordo che i russi furono tra i primi a soccorrere le popolazioni dopo il terremoto di Messina del 1908. Nella guerra con l’Ucraina i russi hanno torto marcio ma questo non significa che la solidarietà dimostrataci nel 2020 sia “pelosa”.

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