GRANDE NOTIZIA, SOFFOCATO IN CULLA IL DELIRANTE LICEO DEL MADE IN ITALY

Capita, talvolta, nella vita vera, di domandarsi se qualcuno, che faccia qualcosa di inconsulto o di insensato, sia animato da malafede o da semplice stupidità: ci si chiede come a una persona, apparentemente normale sul versante cognitivo, possano venire in mente certe idee balzane. Se, poi, la medesima realtà pone costoro di fronte all’infelicità delle proprie trovate e la loro reazione è quella di trascurare il dato fenomenico, continuando a cullarsi nella propria confortevole insipienza, sostenendo imperturbabilmente che tutto va bene, anche quando tutto va male, allora possiamo dire di avere la matematica certezza che al timone ci sia uno sprovveduto.

E’ il caso del ministro Valditara che, da quando presiede il periclitante dicastero dell’istruzione, non ne ha azzeccata mezza. Intendiamoci: non è che sia tutta colpa sua. Il Valditara di scuola è palesemente ignaro: ragion per cui si affida alle voci dei propri succedanei che, sulla carta, sono superesperti di ogni branca dell’educazione nazionale, ma che, nel solito mondo reale, non si dimostrano decisamente dei fenomeni.

Così, Valditara si beve qualunque scempiaggine, quasi fosse acqua fresca: proprio come quegli insegnanti impreparati che si affidano ‘perinde ac cadaver’ alle castronerie scritte sul loro manuale. L’ultimo svegliarino all’ineffabile ministro viene dai numeri: e sono numeri che farebbero venire qualche dubbio perfino al più fiducioso dei fiduciosi. Mi riferisco al lancio in grande stile del cosiddetto liceo del “Made in Italy”, che, come prevedibile, si è rivelato un fiasco di proporzioni colossali.

Va detto che già adottare una denominazione del genere, da parte di un governo che dice di privilegiare la sovranità nazionale, denuncia una pericolosa confusione mentale. Ma come? Prima ci fai un pippone sulla difesa dei valori identitari, lingua compresa, e poi non trovi di meglio che assegnare a un liceo che dovrebbe tutelare il marchio italiano un nome in inglese? Come diceva l’alpino Gilmozzi: sei scemo o mangi i sassi?

Insomma, la catastrofe era nell’aria: prendi una squadra di inadeguati, un progetto senza capo né coda, un nome che fa ridere i polli e il tonfo sarà pressochè assicurato. Infatti, il tonfo è puntualmente arrivato: ed è un tonfo mica da ridere. Erano 92 i licei che, presumibilmente sperando di portare a casa qualche euro, si erano offerti di attivare questo benedetto “Made in Italy” e sapete, invece, cosa hanno portato a casa veramente? Quattro iscritti di media: 375 in tutta Italia, ovvero lo 0,08 percentuale delle iscrizioni. Un po’ pochino per mettere su una classe e, senza dubbio, un fallimento di dimensioni eccelse.

Ma il ministro Urso, che si occupa appunto di impresa e di Made in Italy, ci assicura che è un buon inizio: e se lo dice Urso, noto esperto tanto di scuola quanto di impresa, siamo in una botte di ferro. A questo punto, non oso immaginare quale sarebbe stato un cattivo inizio, per il nostro ottimistone.

Pare, comunque, che questo ottimismo, che ricorda un tantino quello di chi voleva spezzare le reni alla Grecia, sia un sentimento condiviso: lo stesso Valditara, riferendosi ad un altro disastro, ossia quello dei professionali-tecnici 4+2, che avrebbero dovuto dare enorme impulso alla formazione tecnico-professionale e che, invece, hanno raccolto meno di dieci iscritti per scuola, tra i 172 istituti che si erano offerti per la sperimentazione, si è espresso in maniera entusiastica, quasi che i ragazzi facessero a botte per entrare a far parte della nouvelle élite. Valditara lo ha definito, con involontaria comicità, un risultato importante e non scontato. E, in questo, gli devo dare ragione: è importante, perché sbatte in faccia al governo la pochezza delle sue scelte in materia educativa, che seguono pedissequamente la demenziale linea segnata dal centrosinistra. E non è scontato, perché, nel delicato paradiso in cui svolazzano lorsignori, pensavano davvero che simili idiozie avrebbero incontrato un successo clamoroso appo le nuove generazioni.

Solo che la gente è meno fessa degli esperti ministeriali, e certe brode non le vuole sorbire. La scuola avrebbe bisogno di ben altro: di serietà, innanzitutto. E di rigore, di correttezza, di preparazione, di senso pratico. Di tutto, meno che di queste trovate estemporanee, che lasciano il tempo che trovano e che non hanno dietro alcuna visione, alcun progetto a lunga scadenza. E che, inevitabilmente, finiscono con una tranvata in faccia di chi le ha concepite.

Eppure, vedrete che persevereranno sulla stessa strada: sordi a qualunque critica, ciechi a qualunque dato, insensibili alla logica e al buon senso. Esattamente come accade da cinquant’anni. E, in fondo, come dar loro torto: un lavoro ben retribuito ce l’hanno e, quanto alle pensioni, ci penseranno gli immigrati a pagarcele. Sic transit gloria mundi.

2 pensieri su “GRANDE NOTIZIA, SOFFOCATO IN CULLA IL DELIRANTE LICEO DEL MADE IN ITALY

  1. Renato Rigato dice:

    Professore, condivido pienamente quanto ha espresso e mi chido e mi rispondo allo stesso tempo, e non per piaggeria, una scuola che non adotta come testo per la letteratura italiana il Suo flauto rovescio, è destinata sempre peggio. Libro che mi hai gentilmente passato in una fredda sera di un incontro dalle mie parti e che sto avidamente studiando e mi viene lo sconforto ricordando quelli che avevo io a scuola

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