DILEGGIO CASTILLEJO

di LUCA SERAFINI – La colpa? Non riuscire a venderlo, perché secondo molti “tifosi” del Milan decisamente non è così bravo. Dovrebbe essere un problema del club, cedere Samuel Castillejo, invece questa bolgia di maleducati tastieristi ha costretto il giocatore spagnolo (81 partite e 7 gol in Italia con questo club) a sparire dai social per la montagna di insulti che sta ricevendo in questi giorni.

Nonostante la tundra di Twitter (in particolare) riduca spesso profili altrui come i muri dei cessi di un autogrill, questo episodio è ancora più aberrante e incomprensibile perché – appunto – gli improperi del tutto gratuiti a un calciatore forse non dotatissimo tecnicamente, ma inappuntabile per impegno e rendimento in queste stagioni rossonere, arrivano dai suoi stessi “tifosi”. Scritto due volte su due tra virgolette, perché questi trogloditi non sono evidentemente sostenitori della squadra rossonera, ma biechi urlatori che riversano le proprie frustrazioni su un proprio atleta piuttosto – come si fa nel porto franco di violenza attiva o verbale che è il calcio – che su un avversario.

Moda in voga da qualche tempo in una parte di questa tifoseria, che ieri ha esposto uno striscione minaccioso e decisamente sopra le righe nei confronti del transfuga Donnarumma, che sarà anche un traditore della maglia ma non può aspettarsi agguati tornando a Milano da cittadino. Come recitava lo striscione.

La vicenda Castillejo però è davvero insopportabile perché non c’è di mezzo alcun tradimento, ma una valutazione gladiatoria e sommaria del calciatore e non dell’uomo. Professionista, ripeto, ineccepibile e (per una volta davvero) simpatizzante del Milan sin da ragazzino nonostante i suoi natali iberici.

Castillejo ha contribuito come e più di altri a riportare il club in Champions dopo anni di astinenza, si è sempre comportato in modo impeccabile e ha sempre rilasciato dichiarazioni d’amore nonostante il suo impiego saltuario. Non meritava questo epilogo, né lo meritava il gruppo cui appartiene e che in parte si interroga sul futuro: proprio i tifosi invocano come nello sport dovrebbe contare l’etica prima dei soldi, in queste decisioni.

Bene, allora varrebbe la pena che questa strana specie di predicatori si facesse un bell’esame di coscienza, a proposito di etica… Tempo e fiato sprecato per chi una coscienza non ha.

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