CARO MANCIO, LASCIA DIRE: CI STAI REGALANDO IL SOGNO

di LUCA SERAFINI – Caro Roberto Mancini, hai più equilibrio tu di molti miei colleghi che si sporgono idealmente dal balcone fin sotto la cinta, sempre col rischio di precipitare giù, sia che abbiano fiducia e ci credano da matti come me, sia che abbiano la divisa dei pompieri annoiati dal recuperare il gattino della nonna sulla pianta, come i miei compagni di testata Damascelli e Gatti (vedi la coincidenza) di @ltroPensiero.net.

Conosco bene il tuo sorriso, un po’ a tilde quando leggi certi commenti di una fazione e dell’altra. La prima pensa che questo tuo gruppo abbia i requisiti per sfatare quei ricorsi storici, di cui ho scritto una decina di giorni fa, secondo i quali quando siamo favoriti floppiamo e quando dobbiamo floppare vinciamo. La tua squadra è solida e paziente, acuta, con un’organizzazione, un’idea, molto precisa.

La seconda parte dall’assunto che finora in queste tue 31 partite da record da ct hai incontrato pizza e fichi. Ogni volta la stessa solfa: ancora non lo sanno che nelle qualificazioni in effetti trovi squadre di seconda fascia, ma non ricordano che quelle sono bastate e avanzate per farci saltare un Mondiale solo 3 anni fa. Non lo sanno che nelle fasi finali trovi una Turchia barricata, serrata, cementata là dietro che a momenti tolgono il centravanti e mettono il secondo portiere. Eppure chiedere a Olanda e Francia cosa è successo di recente quando si son trovati i turchi. Dai, forza, chiedere.

Li abbiamo scalpellati, prima col cucchiaino, poi col piccone e alla fine con i trapani elettrici: 28 tiri a 1. Colpa nostra se se la facevano addosso e hanno perimetrato il centrocampo col filo spinato? Era impossibile trovare spazi, avere idee, se non martellandoli sugli esterni con Florenzi, Berardi, Spinazzola e Insigne, se non provando qualche accelerata centrale e piano piano, in meno di un’ora, l’abbiamo sfangata. Che sarebbe stato dopo 45′ se quel poliziotto che arbitrava ci avesse dato il rigore sacrosanto che il Var non ha voluto vedere.

Quindi caro Mancio stai con i piedi per terra, non come me che tifo da pazzi e la tua squadra mi piace un sacco, né come Damascelli e Gatti che la fanno sempre facile: eh ma chi erano, eh ma chi abbiamo battuto, eh ma arriverà una grande e vediamo. Certo, arriverà una grande e vedremo.

Nel frattempo, è così difficile godersela e, nient’altro come lo sport ci dà una mano in questo, sognare?

Un pensiero su “CARO MANCIO, LASCIA DIRE: CI STAI REGALANDO IL SOGNO

  1. Luigi dice:

    Però vedere Donnarumma e Locatelli che non ci appartengono seppure abbiano il Milan scolpito nel DNA e neppure un rossonero tra i convocati è doloroso.
    A memoria non ricordo una nazionale senza rossoneri in rosa. Tu?

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