@ltroPensiero ha però la convinzione che il miglior servizio possibile sia dare voce, visibilità, attenzione all’autismo non solo il 2 aprile, ma in qualsiasi altro momento durante l’anno. Ogni volta che ci sembra opportuno e necessario dare voce alle persone e alle famiglie, magari mettendo da parte lustrini, retorica e nastri tricolori, magari occupandoci della parte più ‘sporca’ dell’autismo, quella scomoda, difficile, meno poetica, ma vera e inascoltata.
Quindi va bene il 2 aprile, ma soprattutto va bene ogni altro giorno dell’anno, perché l’autismo non conosce festività, celebrazioni, vacanze e sospensioni. L’autismo è per sempre. La consapevolezza ancora no, ma l’unico modo per ricordarlo è scriverlo e gridarlo ogni giorno dell’anno in cui ci sembra opportuno, senza aspettare fanfare e rappresentanze d’occasione e di comodo, che tutto hanno a cuore tranne il passato, il presente e il futuro delle persone autistiche.