Immaginando che gli italiani la stiano ad ascoltare, la ministressa del Turismo si è sentita in dovere di tranquillizzare la nazione, come fanno gli statisti nei momenti più critici: “Mi auguro che tutti possiate passare una giornata serena e di spensieratezza. Vi dico che il governo sta lavorando per rendere le vacanze accessibili a tutti”.
Io me lo vedo il governo sudato e spossato, incurante della data imperiale del Ferragosto, al lavoro per mandarci tutti almeno una settimana a Gabicce. E’ gente così, la conosciamo bene. Non si dà pace finchè non trova il modo, giorno e notte, con l’ernia al disco.
Sulla strategia per mandarci tutti in vacanza, al momento, non trapela niente. La zia Daniela è tipa concreta, non concede niente alla retorica, svelerà il piano solo a cose fatte. Io devo autodenunciarmi: sentendola, ho perfidamente pensato che più degli italiani senza vacanze fosse umanamente allarmata per gli italiani esercenti, già partiti a frignare per il mancato pienone. Ma sono cattivo io, assicurano che la Santanchè non fa mai niente per interesse personale, ha persino ceduto le quote del Twiga a Briatore perchè tutto fosse limpido e solare, a prova di qualsiasi sospetto. Parla la ministressa, non l’esercente balneare. Lo garantiscono quelli del suo giro. Io faccio un passo indietro e chiedo scusa per la malizia.
Mettiamoci tranquilli, padri di famiglia monoreddito con tre figli a carico: l’anno prossimo si parte di sicuro. Nessuno può dire adesso come, magari passa il metodo Santanchè, fare debiti con tutti e poi per restituire i soldi se ne riparla con calma, al limite si cerca l’accordo col fisco per spalmare in dieci anni.
Un altro elemento ancora vago è il genere di vacanze accessibili che stanno preparando: ci sta anche che la ministressa abbia in mente il Twiga per tutti, trasformando i locali esclusivi in inclusivi.
Via, niente frenesie, lasciamoli lavorare. Possiamo metterci sereni. Se annunciano una cosa, sicuro che la fanno, vedi i migranti, vedi i prezzi della benzina.
Io, a costo di passare per conservatore, non mi vergogno di dire che per andare in vacanza serve avere un lavoro pagato decorosamente. Almeno, così usava una volta. E’ la base. Il punto di partenza.
Signora del Turismo, l’avete detto anche voi già dal primo giorno: dobbiamo creare lavoro, diffondere il lavoro, incentivare il lavoro. S’era detto lavoro per tutti, non vacanze per tutti. Non vorrei mai che sul lavoro ormai si sorvoli e si passi direttamente alle vacanze. Solo lì al Twiga, immagino, lei vede gente che può andare in vacanza senza lavorare. Ma l’Italia è un’altra cosa.