La commedia tendente a farsa non è affatto conclusa, se la FIGC ha portato a casa il tecnico campione d’Italia ora lo stesso dovrà risolvere la pratica con il Napoli su clausola e penale relativa, milioni tre o quasi. Diceva Totò: e io pago! Suppergiù siamo da quelle parti, per un pugno di euro, in confronto a certi salari di quel mondo folle e volgare che è il football. Comunque la questione azzurra è conclusa, dall’1 settembre Spalletti si occuperà ufficialmente dei campioni d’Europa, ma da adesso, da subito, sbircerà partite e calciatori, il suo anno sabbatico è durato lo spazio di un’offerta, la sua stanchezza è stata debellata dal richiamo della foresta di Coverciano e dintorni, all’Italia non si può dire di no, mai.
Intanto, nel canneto, si muove Roberto Mancini, che attende un’altra convocazione meno patriottica ma molto più sostanziosa per lui che ne ha fortemente bisogno, dopo una carriera di sofferenze contabili.
Spalletti Llusciano è tipo meno morbido del marchigiano, anzi ne è l’opposto in quanto a rapporti diplomatici con allenatori avversari e giornalisti vari, anche la sua affabulazione suggerisce la ronfata e prevedo qualche scazzo alla prima convocazione mancata o ad eventuale risultato negativo. Ma non è il caso, battiamo la Macedonia del Nord e poi l’Ucraina così sistemiamo la prima pratica, poi l’Inghilterra e viaggiamo vergo l’europeo in Germania.
Spalletti ha un tatuaggio napulitan’e sull’avambraccio, i colori sono quelli ma sarà meglio non esibirlo tanto in pubblico, ora che lui è super partes (si dice così.). Sono sicuro che Gravina Gabriele esibirà con orgoglio il suo colpo di mercato e raccoglierà la riverenza dei cortigiani. In fondo non è successo nulla. E forse sta per accadere tutto.