UN GIORNO DI LUTTO A MILANO PER LUCA, L’IDEA GIUSTA DI SALA

Ci sono già quelli che in rete parlano di trovata elettorale: c’è sempre tutto, in questa rete di scarico, il meglio e soprattutto il peggio. Eppure la decisione del sindaco Sala di proclamare un giorno di lutto in tutta Milano per rendere omaggio al 14enne morto sotto al tram, andando a scuola sulla sua bicicletta, si porta dietro un indiscutibile carico di suggestione e di umanità. Un peccato non saperlo più cogliere, magari solo perchè Sala non è dei nostri.

Comunque la si giri, Milano è la metropoli in assoluto, è il luogo e l’idea della massa e dei grandi numeri, dove tutto è mega e indistinto, dove conta la somma e mai il singolo addendo. Ogni giorno in questo immane alveare avviene di tutto, il meglio e il peggio mescolati 24 ore su 24, senza possibilità di distinguere e districare un dettaglio dall’enorme matassa ingarbugliata. Diciamo Milano e intendiamo la legge dei grandi numeri, dei grandi problemi, del grande fascino. Qualcosa che sta al di sopra e al di là di ogni trascurabile questione personale.

Invece. Invece ecco una novità. Abituati alle giornate di lutto, non solo a Milano, per le tragedie su vasta scala, che stordiscono per mole e quantità, improvvisamente siamo chiamati a rallentare la più frenetica città italiana per un solo ragazzino, un povero ragazzino morto sotto al tram andando a scuola. Gigantesca la città, in proporzione minuscolo il fatto. Ma nel vastissimo formicaio, per un giorno torna a contare la singola formica. E’ un’idea bella, degna, giusta. E’ l’idea che milioni di persone siano ancora capaci di riservare anche solo un minuto di pensiero a un lutto così pesante, dimostrando che un singolo lutto, per quanto esiguo come numero e come dimensioni, può davvero pesare come un meteorite sul Duomo. Luca era nostro figlio, nostro nipote, come il figlio e il nipote che tutti abbiamo e che tutte le mattine salutiamo mentre esce di casa per andare a scuola. E’ l’insostenibile tragedia che si abbatte ogni volta sul familiare e sul quotidiano della nostra vita. La peggiore.

Onore a Sala, di qualunque partito sia. E onore a Milano, ancora capace di questi gesti, riesumando un cuore che ha fatto leggenda metropolitana, il cuore in mano, ma che nel tempo si è sempre più inaridito e anchilosato. La grande metropoli sente la morte così tremenda di Luca Marangoni come una morte sua. Di una cittadinanza tutta intera. Qualsiasi gesto simbolico è discutibile e limitato. Se ne possono sempre proporre altri e pure di migliori. Ma intanto questo gesto c’è. E resta. Luca è figlio di un’intera città. Saper piangere uno solo è degno di una grande città. Si porta dietro un vago sentore di santità. Stavolta l’Ambrogino d’oro è Sala.

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