80 ANNI DI MAZZOLA, IL FENOMENO CHE PASSAVA LA PALLA SOLO QUANDO “ERA MARCIA”

Devi avere vissuto a Torino, avere usmato il profumo del Filadelfia, poi salire a Superga, per comprendere che cosa significhi chiamarsi Mazzola. Devi aver vissuto a Milano, avere ascoltato l’urlo di San Siro, poi passare da Appiano Gentile, per comprendere che cosa sia stato Mazzola.

Valentino e Sandro, senza dimenticare Ferruccio, una fetta grandissima della storia del calcio italiano e poi mondiale, il Grande Torino, la Grande Inter, un passato di gloria che ritorna oggi, gli ottant’anni di Alessandro detto Sandro, Mazzandro, Il Baffo.

Riporto per i contemporanei tendenti alle ripartenze e al quattrotretrè, l’identikit scritto da Gianni Brera in risposta ad una lettera sulla graduatoria del più forte tra Rivera, Boniperti e Mazzola (nella foto con Pelè): ”Nasce come prodotto sintetico del calcio milanese, che lo vuole degno del padre morto a Superga. Meazza lo chiama Cretinetti e lo insulta quando esagera nel tener palla mentre i compagni sono già piazzati in attesa del lancio o del passaggio. Ossuto al punto da denunciare momenti di rachitismo (come Rivera che è un brevilineo di statura abbastanza alta). Fronte quasi olimpica, testimone di notevoli sconquassi ereditari. Cosce ipertrofiche rispetto alla struttura alquanto esile. Da queste cosce, immagino, gli viene una facoltà di scatto che Rivera e Boniperti non posseggono, e ancora la particolarità di tendere la gamba al tiro mentre il piegamento del ginocchio induce gli avversari ad attendere un altro passo di corsa. Destro secco e improvviso. Tiro forte con i due piedi (Egotismo quasi infantile, per cui passa la palla solo quando è marcia, non curandosi affatto di dosarla come garberebbe a chi la riceve). Povero senso registico, nonostante le ambizioni. Notevole paura nelle entrate acrobatiche (idem per Rivera, un po’ meno paura aveva Boniperti che pure non era un eroe). Viene lanciato nell’Inter e vi figura bene per il costante sacrificio di Milani, il suo panzer di approccio. Intelligenza discreta come la cultura. Detto questo confermo di avere sempre considerato Rivera e Mazzola due grandi mezzi giocatori e Boniperti grande in assoluto. Spero mi crediate. Vi saluto cordialmente”.

Null’altro da aggiungere, direi, se non la sontuosa argenteria raccolta dall’ottantenne in ogni parte d’Italia e del mondo. Violentato il Filadelfia, trasformato Appiano Gentile, in progetto di demolizione San Siro, abbracciamo Sandro e tutto quello che ci ha regalato.

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