UFFICIALE: IN ITALIA E’ ABUSIVO SOLO IL CARTELLO AL CIMITERO

Dove eravamo rimasti? A Ischia se non sbaglio, un surmonté di case spalmate sui pendii che lì stanno da anni e lì ancora sarebbero state chissà quanti anni se non fosse accaduto quel che sappiamo.

In realtà in questo Paese non va dato per scontato nulla, siamo creativi sul serio e una volta silenziata la cronaca è possibile che tutto rimanga come prima fino al prossimo disastro. Tutti inorriditi saremmo, quasi tutti, ma chi rimarrebbe stupito? È servito un disastro ambientale per accorgersi di quelle case abusive, senza cataclisma tutti felici, stessa spiaggia, stesso mare e fritto misto per tutti.

In Italia non è facile mettere in piedi qualcosa di abusivo e farsi beccare, le probabilità sono tutte a sfavore, a meno che sopraggiunga la calamità e a quel punto significa essere proprio iellati, anche se sono anni nei quali gli allibratori cominciano a rivedere le proprie quote, considerata la frequenza dei disastri.

E poi c’è Alessano.

Poco più di settantamila abitanti, Alessano è una ridente località del Salento, in provincia di Lecce, famosa per aver dato i natali a Don Tonino Bello.

In tutta onestà io ignoro se vi siano edifici e costruzioni abusive ad Alessano, ci saranno immagino, ci sono ovunque, ma stavolta ci intriga per un altro motivo.

Lo scrupolo del sindaco e dei funzionari comunali ad Alessano è straordinario, forse qualche casupola può essere sfuggita, ripeto, non lo sappiamo, ma per il resto nulla passa inosservato, nulla scappa ai difensori della legalità, non c’è mosca che possa ronzare senza aver prima mostrato le credenziali e se dovesse riuscire a eludere la sorveglianza, possiamo star certi che non la passerà liscia.

Antonia, ad esempio, ha più di ottant’anni ed è figlia di Donato Alemanno, deportato in un lager nazista e deceduto in Germania nel 1943. Abbiamo letto: in occasione del “Giorno della Memoria” Antonia decide di commemorare il padre con un manifesto che mette a fianco della tomba, nientemeno, ma siccome siamo ad Alessano, Italia, dove nulla sfugge alle ronde paladine della legalità, su ordinanza del sindaco viene immediatamente rimosso, con tanto di fiero proclama del medesimo: “È abusivo”. Laconico e, trovandoci al cimitero, lapidario.

Ed ecco come Ischia e Alessano si trovano inspiegabilmente gemellate, gemelle diverse per carità, ma entrambe specchio dell’italianità più grottesca. Tutto il mondo è paese infatti e figuriamoci se non lo è l’Italia.

Il Paese che riesce a edificare ovunque e comunque, in barba a divieti e regolamenti, riesce anche a mortificare la povera Antonia nel giorno della memoria, in nome di una legalità beota, incapace di discernere e di mostrare l’umano buon senso che la circostanza avrebbe richiesto.

Una morale e un insegnamento ad ogni modo possiamo trarli da tutto questo, anche se temo siano ad uso e consumo dei costruttori abusivi: se proprio volete mettere in piedi una costruzione dove e come non potreste, una volta ultimati i lavori ricopritela di manifesti. È probabile, molto probabile, che i manifesti ve li faranno levare, ma della costruzione non importerà a nessuno.

Storie di travi e di pagliuzze, storie d’Italia.

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