UFFICIALE: COL VAR SI GIOCA A MOSCA CIECA

Colpo di scena: c’è il Var-time. Lo ha confermato, in un comunicato, l’Associazione italiana arbitri che, per beffa, fa come acronimo Aia, qualunque riferimento a zona agricola per battere grano o affini è puramente casuale.

Il testo ribadisce che “In merito ad un video diffuso al termine della gara dapprima in rete poi ripreso da molti mezzi di informazione, l’organo tecnico della Can ha visionato tutte le immagini messe a disposizione del Var e dell’Avar per la gara in oggetto, non riscontrando alcuna corrispondenza con il video in questione. L’organo tecnico della Can ha anche chiesto espressamente alla società che fornisce il servizio tecnologico per la Var se la camera in questione, definita tattica, fosse a disposizione degli addetti alla Var per la gara disputata allo Juventus Stadium. La risposta che veniva fornita è che la camera non era a disposizione del Var e pertanto non era fruibile dagli arbitri. Con quanto precisato siamo convinti di aver fatto chiarezza sull’episodio”.

E’ ufficiale, a differenza del Grande Fratello televisivo, il campo di football ha zone oscure, forse censurate, non abilitate alla visione. Alla vigilia delle prossime partite sarà opportuno domandare quante telecamere saranno a disposizione dei varisti, perché, come sta scritto nei tribunali, la legge è uguale per tutti. Ma proporrei il ricorso ai droni in movimento continuo sulla testa di calciatori, arbitro, assistenti di linea e allenatori. Che spettacolo.

Direi, comunque, che ci troviamo di fronte a una correzione del film “I marchesi del Grillo”, con nuovi interpreti dotati di fischietto: noi siamo noi e voi non siete un cxxzo.

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