A molti di loro è stata chiusa una porta in faccia, ad altri è stato consigliato garbatamente di andare a scopare il mare, tantissimi hanno accettato il consiglio e si sono messi tutti i fila per un posto di spazzino. È accaduto a Napoli, per vincere il concorso e lavorare come operatore ecologico nell’“Asia”, la più grande azienda di servizi di igiene ambientale del Sud.
Sul piatto cinquecento posti a disposizione, per 26.114 candidati che si sono presentati “ai blocchi di partenza”. Di questi ventiseimila oltre mille hanno una laurea, 10.445 un diploma di scuola media superiore, la maggior parte possiede la sola licenza media. I candidati che superano i 50 anni sfiorano quota 3000.
«Io proprio non ho capito il criterio; tante domande per andare a scopare le strade?», dice Luisa all’inviata de “La Stampa”, «se non so chi ha vinto il festival di Sanremo o non ho visto i film sui pirati non sono idonea al lavoro di spazzino?».
In 26000 per 500 posti di spazzino, alla faccia del reddito di cittadinanza, dei soldi sicuri, di tutta una narrazione che ormai vuole far passare l’idea – per altro passata – di persone che pensano solo a tirare a campare, senza mai mettersi in gioco. Forse questi 26000 italiani sono solo una piccola parte della popolazione, ma è anche giusto mostrarli e raccontarli, senza spazzarli via, con un semplice colpo di ramazza.
Complimenti raccontiamo non solo dei furbetti. La maggioranza delle persone è normale.