STARE IN PANCHINA CON SILVIO IN TRIBUNA

A chi di noi non hanno mai detto che il troppo stroppia? Mai capito quel verbo, però il troppo Stroppa sì, lo ha capito l’allenatore del Monza licenziato come era prevedibile.

A parte il giochetto di parole, era già tutto scritto perché non si può andare avanti con la mozione degli affetti verso il vecchio e caro Milan, e Brocchi e Stroppa, là dove erano passati Gigi Radice e Liedholm, Pivatelli e David e Antonelli e Boldini, tutta roba rossonera ma di altri tempi.

Silvio Berlusconi lo aveva detto, ghe pensi mi, con lo spirito di sempre, studiato lo schema, scelta la formazione dopo che lo avevano fatto fesso prendendo, contro il suo volere e comandamento, ragazzi tatuati e luccicanti di orecchini e chincaglieria varia.

Niente, a forza di mettere soldi ha chiesto il conto e questo è rosso da mettere paura. Dunque via Stroppa, avanti un altro, tutti pronti ad accettare un posto e una panchina dove l’assegno di fine mese è garantito al centesimo. Ma a che prezzo. D’altra parte, al Monza c’è un padrone che come diceva Totò: “E io pago”. Il prossimo venturo allenatore sa già quale futuro lo attende, non in campo, ma dalla tribuna. Gli basterà un pareggio o una partenza da dietro e sentirà ringhiare. E non sarà il figlio di Dudù.

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