STA A VEDERE CHE DOBBIAMO CHIEDERE SCUSA A FAGIOLI

Scrivi coronavirus e correggi, la C va maiuscola e riguarda il Fabrizio di grande acchiappo televisivo, un uomo che spiega al mondo la verità, unica, esclusiva, basta pagare e si ottiene lo scoop.

Cadono dinanzi al suo tribunale le teste di Fagioli e poi Tonali e altri ancora, e parte la nenia sul caso umano, sulla patologia, sulla ludopatia, sula fragilità di questi ragazzi della via Pal-la, presi dalla noia e non conoscendo l’arte per sconfiggerla (Kierkegaard) si buttano su scommesse, giochi, poker, tutto quello che riempie il nulla mentale.

Ma c’è pure di peggio. Fagioli, il padre di tutti gli scommettitori, il paziente zero della pandemia, nemmeno dice di essersi pentito, anzi si ripresenta indignato e offeso, addirittura si ribella alle cose scritte su di lui e annuncia rivelazioni, quando parlerà lui chissà, potrà accadere quello che nemmeno Corona immagina.

Piu’ che fragili lo e li definirei coglxxx, che è poi l’offesa peggiore per chi allena i muscoli e li tatua pure e vive di orgoglio e pregiudizio (Jane Austen, altra citazione per tenere in vita la memoria e suggerire alla ciurma di leggere qualche libro, che comporta però la fatica di girare le pagine).

Fagioli avrebbe potuto scegliere un decoroso silenzio, almeno stavolta. Invece è patetico nei suoi ultimi comportamenti, vuole uscirne da martire, sempre che siano totalmente vere le sue affermazioni e i suoi annunci. Con lui Tonali che, preso con il sorcio in bocca, ha ammesso di avere puntato sulle due squadre da lui frequentate, Brescia e Milan, ma sempre con scommesse a vincere, ci mancherebbe pure aggiungo io.

Tra un anno, scontata la pena, si fa per dire, torneranno a giocare, da calciatori intendo, pronti a dimostrare di essere stati vittime della macchina del fango. Nel frattempo il Coronavirus non prevede vaccini anche se tutto finisce in vacca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *