SONO LE FERIE A FARE IL GRANDE LAVORATORE

Le vacanze aiutano a lavorare meglio. Aspettate a ridere, però, dai. Primo: perché a dirlo è uno studio recente nientepopodimeno che del “Wall Street Journal”. Secondo: perché lo ha confermato “Nuffield Health”, la maggiore onlus sanitaria del Regno Unito che ha condotto una ricerca insieme con il tour operator “Kuoni”. Sì, un tour operator, ma non siate maliziosi a tutti i costi: nessun conflitto di interesse. Tanto è vero che (Terzo:) il primo grande responso lo diede lo Studio Framingham sull'”American Journal of Epidemiology” già nel 1991. Nel 1991…

Hanno iniziato a dircelo 32 anni fa, che le vacanze fanno rendere meglio sul lavoro. Voi cocciuti che alle ferie non ci pensate proprio. Mai. Quindi, sui benefici effetti del sole, del mare, dell’aria fresca di montagna, degli spritz e dell’ozio, non ha più avuto dubbi nemmeno la psicoterapeuta Christine Webber la quale, non volendosi arrendere alle indagini delle aziende e ai verdetti della scienza, ha voluto condurre una ricerca tutta sua e alla fine si è arresa, stremata per la complessità del lavoro, e ha sentenziato: “Dai risultati emersi è evidente che la maggior parte della gente si senta più felice, più riposata e meno stressata grazie alle vacanze”.

Ora, se proprio non riuscite a trattenere le risate fragorose, ascoltate. Primo: mio papà diceva sempre che il riposo è parte integrante del lavoro, eppure s’è rotto la schiena 10 ore al giorno 6 giorni la settimana per 48 settimane l’anno, tutta la vita da quando era poco più che maggiorenne. Secondo: il mio maestro Maurizio Mosca si è vantato di aver fatto una sola vacanza nella sua vita, sette giorni alle Mauritius con amici (“Mi avevano convinto solo perché quelle isole si chiamano come me, ma dopo una settimana mi ero rotto le balle e sono tornato a Milano”), dopo di che – per esempio – il capo del personale de “La Gazzetta dello sport” un giorno lo chiamò nel suo ufficio e gli disse a muso duro: “Noi non possiamo pagarle tutte queste ferie arretrate. Quindi da oggi lei se ne va a casa e ci resta 3 mesi”. So che non ci crederete, ma Mosca restò a casa un paio di giorni poi tornò in redazione alla rosea, lavorando di nascosto e senza firmare articoli.

Mio padre e Maurizio Mosca, gli uomini più importanti della mia vita, non sono eccezioni: c’erano operai giapponesi che nei fine settimana organizzavano pic-nic fuori dall’azienda dove erano occupati dal lunedì al venerdì, altri si accampavano davanti ai cancelli per trascorrere le vacanze. Ci sono milioni di esempi di persone che hanno anteposto il lavoro per tutta la loro esistenza, davanti al relax, alla moglie, ai figli, agli amici. Gente che ha costruito imperi e non ne ha mai goduto i benefici, tanto per dirne un’altra. Io stesso, nel mio piccolo, alla parola “pensione” avverto un inaccettabile senso di fine vita, nonostante ami eccome il giorno di stacco durante l’anno e le vacanze appena posso: poltrire è fantastico, ma non per sempre. Come – per me – lavorare è sentirmi vivo, ma anche alzarmi a mezzogiorno una volta la settimana e in vacanza.

Torniamo alla scienza, alle aziende, agli studiosi. Le motivazioni che seguono le loro minuziose ricerche, quelle sì, danno finalmente il via libera alle risate: “(…) Le ferie estive fanno bene alla salute fisica e mentale, vanno a ridurre lo stress, la depressione, l’ansia e le malattie cardiache (…). Coloro che sfruttano ogni giorno di riposo e ogni vacanza hanno probabilità doppie di ricevere una promozione (…). Rinunciare alle ferie potrebbe avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica dei lavoratori. Infatti, in questi ultimi soggetti vengono normalmente riscontrati una pressione sanguigna più alta, valori più elevati di stress e una pessima qualità del sonno (…). Al contrario, le persone che si concedono il meritato riposo godendosi la pausa estiva, risultano più rilassate, tranquille e creative (…)”, e – udite udite – “(…) pronte ad affrontare le nuove sfide aziendali con intraprendenza e lavoro di squadra”.

Se nel vostro atavico scetticismo, tra una risata e l’altra, avete ancora dubbi, sappiate che persino “One Medical Group” di New York ha confermato ad “ABC News” che “relax e riduzione dello stress risultano molto importanti per il benessere e la salute. Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso lo sport e la meditazione, ma anche le vacanze hanno un ruolo di primo piano, mantenendo alto il nostro umore, aiutandoci a rimanere positivi e creativi quando torneremo sul luogo di lavoro”.

Muratori, tornitori, operai e operaie, minatori, contadini, mondine, casellanti (laddove sopravvivono), cassiere del supermarket, operatori e operatrici di call center, domestiche, altre decine di categorie creative come queste, sono definitivamente avvisate. Andate in vacanza, sciocchi, cosa state lì a fare?

Certo, qualcuno all’idea di passare un mese in campeggio con la moglie, i bambini, la suocera e i vicini che urlano e mettono la marmellata sugli spaghetti, può anche tremare. Ma vuoi mettere rispetto alla scrivania o al martello pneumatico?

Mi gioco anche l’asso di briscola della psicologa Corinne Usher, la quale conferma (ripeto: conferma) che “andare in vacanza almeno una volta l’anno aumenta il livello di felicità e diminuisce lo stress”, prendendosi regina e cavalli quando aggiunge (pure lei): “Alimenta la creatività e rinnova la nostra motivazione”. Ultima decisiva informazione: non meno di15 giorni.

Sono anni che “Studio aperto” intervista la gente sulla spiaggia: “Perché siete venuti qui, avevate caldo in città?”, sono anni che aprono studi di dietologia improbabili esperti obesi che ci dicono: “Mattina caffè senza zucchero, fetta biscottata e un frutto. Pranzo 50 grammi di pasta, una fetta di petto di pollo alla griglia, verdura a volontà. Sera un’aringa o un’alice o una cozza e verdura a volontà. Merenda un frutto, a metà mattinata e metà pomeriggio. E mi raccomando: faccia molto sport!”, quando è noto che chi fa molto sport mangia come un facocero.

Ho scritto anche troppo, vi mollo, vado a fare una pennica. Così poi scriverò ancora meglio o comunque mi sentirò felice, motivato, ottimista, sereno. Andrà tutto bene.

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