SOMARI DI LOTTA E DI GOVERNO

BORGONZONI LUCIA

di JOHNNY RONCALLI – Un anno e mezzo fa, più o meno, Lucia Borgonzoni viene candidata dalla Lega alla presidenza della regione Emilia Romagna. Durante un’intervista, qualche buontempone guastafeste decide di chiederle i confini della regione che dovrebbe governare. Non parte male: il Veneto, la Lombardia, la Toscana, la Liguria, le Marche. Poi, senza esitazione, il Trentino. Mi fermo. Riesce poi a infilarci anche l’Umbria ma si corregge, bontà sua.

L’avevano pure aiutata i conduttori, dicendole che le regioni confinanti erano sette, e avrebbe dovuto pure aiutarla il suo luogo di nascita: Bologna. Non Caltanissetta.

Risate in diretta, il programma lo richiede (“Un giorno da pecora”, ehm….). Tono leggero da commedia, se non fosse che la domanda viene posta a un potenziale governatore di regione e, per ben due volte – la seconda fresca fresca nel governo Draghi -, a un Sottosegretario di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali. Non a un usciere, con tutto il rispetto.

Ma non sorprende tale ignoranza. Questo accade, anche questo, se non leggi libri e non lo ritieni essenziale, per te e per il popolo che rappresenti. “Non leggo libri da tre anni”, è una delle sue massime storiche. Esibita con civettuolo orgoglio.

Se sei candidato a essere governatore di una regione, il primo minimo passo è sapere dove ti trovi, nord sud est ovest, caso mai nutrissi dei dubbi, fosse anche per metterti al riparo da qualche impertinente intervistatore, per dire. Apri l’atlante, un bel libro vorrei ricordare alla signora Borgonzoni, e fotografi la cartina nella mente. Parti da lì insomma.

Lei no, lei dubbi non ne nutre, lei si occupa di beni e attività culturali senza l’ausilio di libri, ‘nasce imparata’, così direbbe il neo Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, e sottolinea Istruzione.

Mi ero illuso di riuscire a mantenere un tono leggero, scanzonato, giocando un po’ con i paradossi magari, ma come si fa a non provare indignazione, quanto meno l’imbarazzo popolare di queste ore? Un sottosegretario ai beni e alle attività culturali dovrebbe incitare alla lettura, decantarne la bellezza e l’importanza, raccontare ai propri concittadini che leggere non è tempo perso, ma conoscenza, esperienza, vita guadagnate.

Lei no. Lei, ma è inclinazione comune tutt’altro che sporadica, trasforma in vanto il tempo sottratto alla lettura.

Tempi grami per la cultura: cinema e teatri chiusi, scuole e istruzione maltrattate, e ora un sottosegretario che, anziché promuoverla, ne fa oggetto di burla e canzonatura.

La signora Borgonzoni è specchio dei tempi, la compagnia è ben nutrita: lei è recidiva e ruba la scena, ma al suo fianco, perfettamente allineato, il sodale leghista e neo-sottosegretario del ministero dell’Istruzione, Rossano Sasso, con noncuranza cita Dante. Non si rende conto però che sono parole comparse su un albo di Topolino di settanta anni fa, “L’inferno di Topolino”, che con Dante non hanno nulla a che fare.

Verificare le fonti? Ma dai, pratiche del secolo scorso, roba superata, come leggere libri del resto.

Quello che indurrebbe chiunque a infilare la testa sotto il tappeto per la vergogna, nemmeno in superficie scalfisce i nostri eroi sottosegretari. Sorrisi, maldestre spiegazioni, alzate di spalle, natiche ben salde sulle poltrone. E che poltrone, cultura e istruzione. Ma è mai possibile dover sempre fare i conti con questa dannata, incolmabile distanza che porta dalla conoscenza all’incarico?

Chiudo, mestamente, col pensiero rivolto a chi su quelle poltrone ce li ha messi questi due. Siamo sicuri siano meglio di loro? Perché la reputazione già era nota. No, decisamente libri non se ne leggono, e perché mai, che bisogno c’è? Un tweet, una citazione pescata qua o là e si riparte.

Poi, stiamone certi, lei, la Lucia, libri non ne legge, ma il suo lo scriverà, così fan tutti.

La aspettiamo dalla Gruber e nei salotti belli di RAI e Mediaset, ci racconterà le meraviglie del suo Ministero e la storia della sua carriera senza traccia di libri. Tranne il suo.

Un pensiero su “SOMARI DI LOTTA E DI GOVERNO

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr.dott. JOHNNY RONCALLI,
    Accetto il rischio di “ lesa sottosegretarieta’ “ , dicendo che è un piacere leggere i suoi Altropensiero.
    Quasi sempre, giusto perché non pensi di essere chissà chi.
    A quello ci pensano già altri bei esemplari di saggezza e sovrumana cultura.
    Personaggi “altolocati” (nel senso che occupano importanti scranni istituzionali , con quanto credito e meriti non saprei dirlo con parole educate) , ai quali non farò certo torto rivolgendomi in latino :
    “ chi dall’agricola provieni est, semper villano fuit. “.
    È il latino di un mio attempato amico toscano , con licenza elementare.
    Ma il livello di cultura si attaglia al contesto .
    Non foss’altro , è persona che sa ancora cosa sia la vergogna.
    Un’emerita sconosciuta per chi , almeno in piccole dosi , dovrebbe disporne , facendone pure uso.
    Ogni tanto, mica sempre.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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