È una ode alle donne, trasportate da onde di tulle e broccati che riempiono gli occhi e il cuore. “Diamanti” di Ferzan Ozpetek è un piccolo gioiello di sensibilità e garbo, un viaggio attraverso il racconto e il ricordo che conduce le protagoniste a risolversi, per risollevarsi, per emanciparsi e risplendere di luce propria.
È un viaggio all’interno di una stanza di bambole, perché questa è la sartoria Canova. Ferzan Ozpetek ci regala una storia di donne e diverse lezioni per gli uomini. Il tutto parte da una tavola imbandita e allo stesso modo finisce. È lo stesso Ozpetek a distribuire le parti e i copioni, ad accennare quello che ha in mente, ma nella sostanza poi si limita ad osservarle, da vicino, per capirle e comprenderle, per rimanerne incantato.
Tutto ruota in un atelier di costumi teatrali e cinematografici dove un gruppo di donne si muove tra orli e merletti cercando anche di dipanare le complessità di un tessuto duro da lavorare che è la loro vita. Lavorano con le mani, ma è il cuore che le muove in una direzione che è quella della pacificazione con sé stesse e con gli altri. È un’ode al cinema e al teatro, alla settima arte, a tutto ciò che è vero e finto, che poi è solo vero, perché ad ognuno tocca prima o poi recitare una parte a soggetto.
Ozpetek si circonda di attrici simbolo della sua cinematografia, aggiungendone delle nuove. Un cast gigantesco, con Luisa Ranieri e Jasmine Trinca a spiccare in una coralità coerente e armonica. C’è la sorprendente Mara Venier, la “zia” che si fa nonna. C’è Geppy Cucciari, con la sua tagliente ironia.
È un film dedicato a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti, tre miti assoluti del nostro teatro e della nostra cinematografia, con le quali Ferzan Ozpetek non è riuscito mai a lavorare. È un film che ha musicalità diffusa e precisa, con le voci di Mina, Patty Pravo e Giorgia. Luisa Ranieri e Jasmine Trinca sono le sorelle Alberta e Gabriella Canova. Edoardo Purgatori è il loro segretario Ennio. Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Lunetta Savino, Sara Bosi, Paola Minaccioni e Milena Mancini sono le sarte: ovvero Fausta, Paolina, Eleonora, Giuseppina, Nina e Nicoletta. Mara Venier è l’imprescindibile Silvana: la “mamma”. Stefano Accorsi è il regista, Luca Barbarossa è Lucio, il marito di Gabriella. Aurora Giovinazzo è Beatrice, Nicole Grimaudo è la tintora Carlotta. Vinicio Marchioni è Bruno, il marito di Nicoletta. Elena Sofia Ricci è Elena, la madre delle sorelle Canova: Milena Vukotic è sua sorella, zia Olga. Vanessa Scalera è la costumista premio Oscar Bianca Vega. Carla Signoris e Kasia Smutniak sono le due dive Alida Borghese e Sofia Volpi.
Sono loro le regine di un film che pare commedia. Divertente e avvolgente a tratti sentimentale in una Roma Anni Settanta invisibile ma presente. È un inno alla creatività che è propria delle donne, alla solidarietà e all’amicizia. L’uomo è sullo sfondo, che vaga e si fa sfiorare, ma non viene mai colto. Un po’ come Ferzan Ozpetek, che come davanti ad un carillon sogna di essere in un castello abitato da sole regine. A lui, in fondo, basta una piccola biglia di vetro, con dentro un pesciolino rosso, per sentire il calore di una storia che ha l’urgenza di essere raccontata.