SOGNO ANCH’IO IL CALCIO ARABO, DOVE I TIFOSI REGALANO ROLEX AI GIOCATORI

Nonostante non sia quello cattolico, che ha la tradizione dei pacchi sotto l’albero, anche per il mondo arabo il Natale è una festa di regali: Bentley, Harley, giaguari vivi, case, yacht.

Il pensierino last minute può essere una villa, oppure un milione in contanti “così ti prendi quello che vuoi”. Il bambino arabo si arrabbia come un pazzo se a Natale non gli donano un piccolo aereo privato, che pretende di guidare lui con il pilota a fianco.

Nell’unico Paese al mondo in cui allo stadio tutti gli spettatori sugli spalti sono più ricchi dei calciatori in campo, è accaduto che Fabinho (stella brasiliana del Liverpool, oggi all’Itthiad) a fine partita, transitando dalla mix zone, venisse fermato da un tifoso esaltato dalla sua prestazione. Il tifoso ha trattenuto il campione, gli ha detto qualcosa e gli ha preso il polso, allacciandogli un Rolex quale segno di stima e gratitudine – appunto – per la bella partita appena giocata. Il contrario di quanto accade nel resto del mondo (non solo in Italia), dove semmai al passaggio di un calciatore il Rolex glielo strappano o vanno a rapinarlo direttamente a casa.

È certo che di primo acchito la reazione dei più sia un senso di nausea. Lo sprezzo nei confronti del resto dell’umanità sembra insopportabile. A freddo conviene riflettere invece sull’opportunità.
Anche russi, cinesi e qualche volta gli americani hanno da tempo il vezzo di comprarsi quello che vogliono, preferibilmente in Europa, o colonizzare silenziosamente Paesi depressi come quelli in Africa. Per gli arabi l’ostentazione probabilmente non è nemmeno tale, così come noi naturalmente la concepiamo: sono così ricchi che a loro sembra di essere un milanista che regala uno Swatch a Leao, un interista che regala una cassa di salumi e formaggi a Lautaro, che ne sappiamo noi…

Quindi, dopo il naturale disgusto, abbiamo solo una strada da seguire in futuro: sfruttare l’opportunità. Se è la ricchezza che inseguiamo, se abbiamo talento da vendere e non semplicemente da mettere a disposizione, rivolgiamoci a loro. Imprenditori e professionisti lo stanno già facendo da tempo. Ricorderete che nonostante lo sdegno per i Mondiali in Qatar, affaristi di ogni latitudine non hanno mai smesso di fare business laggiù è altrove. Su diritti umanitari, discriminazioni femminili, sull’abitudine di fare un po’ quello che gli pare, nessuno mette più becco. Qualche timido appunto è più che sufficiente. E l’Arabia Saudita è del resto anche la nuova frontiera del pallone. Approfittiamone, e basta.

Mi è venuto in mente un episodio del lontano 1998. Con Diego Abatantuono avevamo trasmesso ogni giorno, durante i Mondiali in Francia, il programma “Il calcio sui maccheroni”, in diretta dalle 13 alle 14, su “Radio 101 – OneOOne Network”. Era stato un grande successo e quindi per l’ultima puntata, dopo 40 giorni, preannunciò la sua visita in Romagna – da dove trasmettevamo – il titolare dell’emittente, Angelo Borra. Era appassionato di aerei ed elicotteri, quindi io e la moglie di Diego dovemmo chiedere in Comune i permessi e localizzare la pista di atterraggio dell’elicottero, individuata su un campo sportivo a Cattolica.

Una volta che Borra ripartì per Milano, il giorno dopo nella rubrica quotidiana che tenevamo sulla “Gazzetta dello sport”, scrivemmo: “È venuto a trovarci il proprietario di ‘Radio 101’, in elicottero. Ci ha portato una bella confezione di vini e salumi. Quando lo abbiamo salutato prima che ripartisse, gli abbiamo detto: la prossima volta venga in treno, ma ci porti un Rolex”.

Quindi non starò a fare il sofista. Mi piacerebbe avere in regalo un Rolex per quello che scrivo.

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