SIAMO TUTTI JALISSE

Un complotto, un altro complotto, l’ennesimo. Io lo so, ci diranno che è una questione di qualità, che il pezzo non è all’altezza, che i tempi corrono in un’altra direzione. Oppure che l’ammissione poteva sembrare il gesto magnanimo di papa Amadeo, dopo anni di esclusioni ingiustificate.

Ventisette anni di esclusioni per la precisione, ventisette come i Big selezionati, e converrà forse giocarlo al Lotto questo numero, l’orinale, ‘o cantero per gli appassionati della Smorfia.

Parlo dei Jalisse ovviamente, di nuovo esclusi da Sanremo, Sanremo il festival, e vai a capire il percome. Io non è che li frequenti i Jalisse, loro piuttosto han frequentato me di tanto in tanto, negli anni, anche se non è che li avessi invitati, ma che piacciano o non piacciano i Jalisse li rispetti. Sono professionisti seri, facevano le loro cose prima e hanno continuato a farle dopo, dopo i Fiumi di parole intendo, e Sanremo l’hanno pure vinto nel ’97. E piacciano o non piacciano, tra decine di brani vincitori che nessuno più ricorda e neppure vuole ricordare, il loro pezzo l’abbiamo stampato tutti nel reparto canzonette del cervello e tutti siamo in grado di intonare il ritornello.

Ora, verrebbe voglia di partire dal fondo, quello del barile anche. Partiamo da oggi, dal 2024, leggi i nomi dei Big e subito ti viene voglia di risparmiare sulla maiuscola. Leggi ad esempio Maninni, che sarà bravissimo, il più grande, e tra cinquant’anni canteranno lui e mai più Dalla e Battisti, ma se si parla di Big il dubbio sorge implacabile, a maggior ragione se pure il l’edizione barese del “Corriere” titola in questo modo: “Chi è Maninni, il cantante tra i big di Sanremo 2024”.

Chi l’aveva visto, insomma, perché Maninni sarà anche di Bari ma non ancora Nicola, e ripeto, sarà una stella per gli anni a venire, ma Big?!? Lui stesso sta dalla nostra parte, “ancora non ci credo” dichiara. E vorrei vedere. San Nicola ha fatto il miracolo e pure qualche agente e qualche impresario mi sa, che poi in quel paradiso lì son loro i santi a cui affidarsi.

Poi ci sarebbero pure i La Sad, ci sarebbe Il Tre, ci sarebbe Big Mama, ci sarebbero anche altri, solo per rimanere nel qui e ora, e se volessimo metter testa nel percorso a ritroso, solo negli ultimi anni alcune delle indimenticabili stelle del firmamento portano nomi che il primo venticello si è portata via in un baleno.

Per carità, così è sempre stato e a essere onesti magari i Jalisse erano mica tanto Big a loro volta nel 1997, ma visto che una delle delizie del Festival sta nel riesumare le salme, perché escluderli per l’ennesima volta, la ventisettesima: forse perché vivi e vegeti?

Non è che non ci si dorma la notte, anzi, e credo nemmeno i Jalisse debbano ricorrere a tranquillanti per chiudere occhio, ma dai Amadeo, che accanimento. Hai chiamato tutti, ma proprio tutti da quanto hai ricevuto lo scettro, che ti costava?

Tenete duro Jalisse, non mollate, continuate a provarci e non abbiatene a male. In fondo, visto il livello, rimanerne fuori potrebbe pure essere un vanto, potrebbe essere addirittura il titolo di un vostro prossimo album: Trent’anni (senza) e non sentirli.

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