SGARBI QUOTIDIANI

Sgarbi. Potrei chiudere qui anche perché trattasi di conoscente, con amicizia vera nei confronti di Elisabetta sorella sua così come fu con il padre e la madre di entrambi. Ma proprio per questo procedo, c’è un momento in cui la confusione regna sovrana, è come ritrovarsi dinanzi a un dipinto del Merisi Caravaggio per poi strizzare gli occhi e scoprire che è uno scarabocchio. Mi spiego.

Vittorio Sgarbi è accusato di evasione fiscale, non avrebbe versato il dovuto, euro settecentoquindicimila, all’erario su emolumenti percepiti in siti diversi, in occasione di presentazioni, convegni, affinità varie. Ma questa è roba dell’altro ieri.

Spuntano altre storie sgradevolissime, parcelle per trecentomila euro durante la missione da sottosegretario, ma per attività extra istituzionali, convegni, partecipazioni ad eventi e addirittura la presenza alla prossima edizione di Miss Italia.

Un dossier non scovato da Polizia e Finanza, ma rivelato da un troian umano, dicesi corvo o spia, un collaboratore del sottosegretario che avrebbe dettagliato cifre e circostanze, tutti i particolari di cronaca.

Va da sé che Gennaro Sangiuliano, ministro: “Ero all’oscuro di questa vicenda e quando ne sono venuto a conoscenza ho girato tutto all’Antitrust. Non potevo pensare che Sgarbi percepisse quei soldi andando in giro tra inaugurazioni e mostre, io non ho un ruolo di vigile dei comportamenti altrui, di questo si occupi la magistratura. Non posso certo sapere tutto quello che fa Sgarbi e, anzi, voglio averci a che fare il meno possibile”. Armonia.

La palla passa a Palazzo Chigi, e Giorgia Meloni già stizzita per faccende private, avrebbe reagito con stupore e rabbia assieme.

Il caso accende il dibattito politico, l’ex premier Conte chiede le dimissioni o la revoca del sottosegretario ma anche all’interno della maggioranza la posizione di Sgarbi è ora delicata. Il critico d’arte reagisce con vigore e denuncia l’aggressione dei media e della parte politica avversa, parla di diffamazione e calunnia, si dice sicuro di non avere commesso alcun illecito, annuncia querele, sale la schiuma, si strilla nel cortile della politica che non aspetta altro, andranno verificate fatture e pagamenti, il mondo delle markette è affollato di personaggi e interpreti.

Un passo indietro sarebbe doveroso. Il mondo dell’arte si domanda chi sia il colpevole, chi abbia pagato, chi abbia incassato, perché, per come, quando. Sgarbi mi fa tornare alla mente il grandissimo e imprevedibile, pure lui, Antonio Ligabue: lui si credeva una tigre. Per fortuna sua, mai una capra.

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