Particolarmente importante è riporre attenzione alla salute mentale degli adolescenti, una fase critica per i molteplici cambiamenti fisici, emotivi e relazionali a cui si è sottoposti.
Secondo dati recenti, sono ben 9 milioni gli adolescenti europei affetti da problematiche psicologiche, prevalentemente depressione, ansia e disturbi comportamentali. Anche in Italia la situazione è preoccupante in quanto un adolescente su 5 soffre di ansia. Ma forse il dato più allarmante è che tuttora 1 su 3 proverebbe vergogna a chiedere aiuto ad un esperto di salute mentale.
L’OMS segnala opportunamente l’importanza della precocità della rilevazione e del trattamento dei disturbi psichici in quest’età. Per riconoscere il disagio, sono indicati cinque campanelli d’allarme, quali: la riduzione delle attività sociali; il peggioramento del rendimento scolastico; una forte stanchezza con perdita d’interessi; difficoltà di memoria e di concentrazione; riduzione della cura personale e cattiva gestione dei cambiamenti fisici in atto. Anche la mancanza di attività fisica e l’uso smodato dei social media possono essere correlati a situazione di disagio.
Esistono poi particolari comportamenti problematici legati alla sfera dell’alimentazione, come anoressia e bulimia, all’uso di sostanze, ai comportamenti a rischio nella sfera sessuale, al riconoscimento della propria identità di genere. Ed ho tralasciato l’ambito dei deficit cognitivi, del neurosviluppo e quelli dello spettro autistico, pure in aumento, certo non meno importanti, che richiedono un discorso a parte.
Alcune cose si stanno facendo, come ad esempio la creazione del servizio degli psicologi di famiglia (o di base), che potranno affiancare i medici di medicina generale e i pediatri per fornire assistenza pubblica, con riduzione dei costi per le famiglie e la collettività. A regime dovranno esserci in ciascun distretto sanitario uno psicologo per ogni 4-7 medici o pediatri e si prevede l’impiego di 5-6.000 psicologi nel 2026. Questa iniziativa servirà non solo a fornire un accesso più semplice alle cure psicologiche, ma potrà ridurre lo stigma tuttora persistente attorno alla salute psichica. Inoltre, è già attivo il cosiddetto bonus psicologico, che prevede un contributo economico a chi richiede prestazioni di psicoterapia ed è al di sotto di alcune categorie di reddito. Infine, alcune regioni hanno anche attivato protocolli specifici sperimentali per il sostegno ai minori, prevedendo percorsi fino a 20 sedute a carico dell’ente e gratuiti per gli utenti.
Altra questione importante riguarda il consenso alla prestazione psicologica dei minorenni che deve sempre essere autorizzata, tranne poche eccezioni, da entrambi i genitori. Questa necessità può creare delle difficoltà laddove la richiesta d’aiuto del minore è legata proprio a comportamenti o esigenze di cui egli preferisce non mettere al corrente i genitori. Comunque la si giri, questa nuova emergenza appare maledettamente complicata. Ma resta un’emergenza.