IL TASSISTA DAL VOLTO UMANO

Notte da incubo a Torino per un uomo che doveva correre all’ospedale per essere trapiantato (rene). Un incubo per 6 euro. Una vergognosa notte italiana. Riproponiamo il racconto dalla voce della stessa vittima di questa vergogna, nell’articolo di Massimo Massenzio per Corriere.it

«Sono molto arrabbiato con quel tassista. Quando uscirò dall’ospedale andrò dai vigili e poi capiremo cosa fare». Kanda Kouyatè, muratore 50enne di nazionalità maliana, parla lentamente. Dopo il trapianto di rene a cui è stato sottoposto domenica scorsa alle Molinette, è molto debole, anche se le sue condizioni sono in netto miglioramento. L’umore è buono, i dolori sono spariti e adesso Kanda non vede l’ora di tornare a casa, ma la rabbia per quello che è successo poco prima del suo ricovero in ospedale è ancora tanta.

Se la sente di ricostruire la sua incredibile disavventura?
«Mi avevano chiamato in piena notte dal centro trapianti per dirmi che finalmente c’era un rene disponibile. Così sono andato all’ospedale San Giovanni Bosco, dove sono seguito, per effettuare la dialisi. E alle 5 del mattino sono uscito per prendere un taxi e andare alle Molinette per l’intervento».
Il taxi lo ha chiamato lei?
«No, era uno di quelli in sosta nel parcheggio vicino all’ospedale. Quando siamo arrivati di fronte all’ingresso principale delle Molinette l’autista mi ha detto che la corsa costava 21 euro e io ne avevo solo 16 nel portafogli. Gli ho dato quei soldi e gli ho chiesto di aspettarmi, perché sarei andato al bancomat Intesa Sanpaolo e gli avrei portato la differenza».
Che cosa ha risposto il tassista?
«Ha detto che andava bene, ma ha voluto che lasciassi in macchina tutti i documenti e anche lo zaino. Per me non rappresentava un problema e sono andato allo sportello, però era ancora chiuso. Sono risalito a bordo e siamo andati in un altro distributore automatico, ma anche quello non era funzionante. A quel punto è stato il tassista a dirigersi verso una terza banca. Io sono sceso dall’auto e gli ho spiegato che, non essendo Sanpaolo, lì non avrei potuto prelevare. Lui ha perso la pazienza, nonostante io gli avessi spiegato che sarebbe bastato aspettare pochi minuti e mi avrebbero fatto entrare alle Molinette. Dove c’è il bancomat e finalmente gli avrei portato i suoi 6 euro».
E come ha reagito?
«Mi ha detto solo “non è colpa mia, il problema è tuo”. E poi è ripartito lasciandomi sul marciapiede, senza il mio bagaglio. Che il giorno dopo è stato ritrovato abbandonato in strada dai vigili. Non so dove fossimo di preciso, ma ho impiegato circa 15 minuti per tornare a piedi alle Molinette».
A quel punto si è ritrovato senza documenti. Cosa ha fatto?
«Quando sono arrivato in ospedale sono riuscito finalmente a entrare, ho raggiunto lo sportello, ho prelevato 70 euro e sono tornato al San Giovanni Bosco con un altro taxi. Non avevo più niente, neppure la documentazione medica. Mi era rimasto solo il bancomat e ho ipotizzato che il tassista sarebbe andato lì. Purtroppo non l’ho trovato e così non mi è restato altro da fare che ritornare ancora una volta alle Molinette. Spendendo altri 40 euro».
Per fortuna medici e infermieri hanno compreso la situazione e il trapianto è riuscito. Presenterà querela contro il tassista?
«Il personale è stato splendido e alla fine tutto è andato bene e ora devo pensare a rimettermi in forma. Poi parlerò con Rosario Cutri, di UnsiCoop Piemonte, che mi ha sempre seguito e aiutato. Insieme valuteremo la soluzione migliore e la polizia locale deciderà se e in quale modo procedere».
Secondo lei il tassista, se al suo posto ci fosse stato un cliente italiano, si sarebbe comportato allo stesso modo?
«Questo non lo posso sapere, però è molto strano. Tutto è successo per 6 euro e io non gli ho mai detto che non lo avrei pagato. Se un giorno lo dovessi incontrare gli chiederei perché lo ha fatto e perché si è portato via la mia roba. Che è la cosa più grave».
La cooperativa Taxi Torino l’ha contattata per scusarsi. Le ha fatto piacere?
«Sì molto e il presidente sarebbe venuto a trovarmi anche di persona, ma i medici preferiscono che non mi affatichi. Lì incontrerò molto volentieri quando sarò guarito».

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