8 MARZO, DA UOMO A UOMO

Da uomo a uomo, oggi, 8 marzo.

Da uomo a uomo dico che oggi, almeno oggi, bisogna dedicare un pensiero, almeno un pensiero, a lei. Alla grande compagna che abbiamo vicino e che ci ha resi uomini migliori, se c’è, se c’è ancora. Poi a una lei come Maria Montessori, come Chiara d’Assisi e Caterina da Siena, come Madre Teresa, come Margherita Hack, come la signora Navalny, come le grandiose ragazze iraniane, ma anche come la Meloni e la Schlein, perchè no, a prescindere dalla parte e dal partito. Insomma a tutte le donne di ieri e di oggi che hanno dovuto oggettivamente metterci il doppio delle forze e delle idee per fare qualcosa o arrivare da qualche parte.

Oggi è l’8 marzo e nessuno di noi – sia detto da uomo a uomo – deve aggiungere ma, se, però al pensiero di ammirazione e di riconoscenza, senza neanche bisogno di infiocchettare tutto quanto con pelose esagerazioni. Questo non è il giorno in cui qualcuno – noi – concede qualcosa a qualcun’altra, sempre dall’alto. E’ un giorno per dire grazie donne, brave donne. Semplicemente. Soprattutto, girando molto alla larga dalle chiacchiere vuote e fatue, rimestando di nuovo nell’eterna e irrisolta questione sulla superiorità di genere, meglio noi no molto meglio le donne. Non ci sono migliori e non ci sono peggiori, ci sono al massimo esseri umani che cercano di fare il proprio meglio. E ringraziando il Cielo, non c’è bisogno che debba essere il Papa a ricordare come maschio e femmina sono all’origine della vita, che la diversità è la vera meraviglia, perchè quando le due diversità s’incontrano e si fondano si respira qualcosa dell’infinito.

Nessuno è meglio, nessuno sta sopra e nessuno sta sotto. Sia detto da uomo a uomo: se oggi, 8 marzo, risalta fuori la tentazione di concedere il massimo alla controparte, proclamando enfaticamente che sì, diciamolo, le donne sono meglio degli uomini, riponiamola subito nella custodia, questa concessione ruffiana. Le donne sono meravigliose senza essere superiori a nessuno. E poi ci sono pur sempre le Ferragni, le D’Urso, le Santanchè.

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