SE UN AUTISTICO ARRIVA AD ACCOLTELLARE LA PSICOLOGA

I lustrini del 2 aprile, le visite presidenziali a Pizzaut, le sviolinate di rito, tutto quanto sinceramente bello e motivante, ma dopo le stelle filanti la nuda realtà presenta il conto. E a scanso di equivoci, accade ogni giorno che la nuda realtà dell’autismo presenti il conto, in casa, in famiglia, ovunque.

Comprendere le emozioni, le sensazioni, le percezioni, la nostra vita è fatta anche di questo. Ogni giorno tutti noi cerchiamo di interpretare il pensiero e le intenzioni di chi ci sta di fronte e spesso manchiamo il bersaglio, spesso crediamo di aver compreso il messaggio, ma il malinteso e la presunzione sono sempre in agguato. Leggere, decodificare, processare e comprendere i messaggi, non necessariamente verbali, è un’impresa giornaliera titanica per chiunque e per una persona autistica lo è all’ennesima potenza.

Presso il Centro “Terra libera per tutti” di Zero Branco, in provincia di Treviso, un autistico ventinovenne ha ferito gravemente una operatrice durante un laboratorio di cucina, un laboratorio che frequentava abitualmente, un laboratorio che gli piaceva, nel quale maneggiava abitualmente coltelli e attrezzi vari in modo adeguato.

Pochi giorni fa il misfatto, un coltello in una mano per tagliare le patate e all’improvviso il coltello che affonda nella carne dell’operatrice. Chi ogni giorno ha a che fare con l’autismo è sorpreso fino a un certo punto, sa che la guardia non si può mai abbassare, sa che il mondo può essere oltremodo incomprensibile e terrorizzante per le persone autistiche.

Cosa può essere successo? Un forte rumore improvviso, un movimento inaspettato, un impercettibile dettaglio che si è rivelato minaccioso, un’aspettativa disattesa, un odore, un gesto, un dettaglio che ha innescato un’emozione incontrollabile. Non lo sappiamo, e a fatica, immagino, riusciranno a ricostruire lo scenario anche coloro che conoscono bene questa persona autistica.

Accade quotidianamente di dover vestire i panni del detective per ricostruire le motivazioni di certe azioni, di certi comportamenti nell’autismo, ed è importante sapere che la coltellata di cui stiamo parlando non è un caso unico o raro. Per sopravvivenza e per disperazione, le persone autistiche, in particolare le persone autistiche che hanno più difficoltà comunicative, possono avere reazioni violente, aggressive, in realtà disperate, l’ultima spiaggia per provare a mostrare a chi sta intorno a loro che l’incomprensione, la fatica, la tolleranza sono giunte al limite.

Comprendere e processare messaggi sociali, stimoli sensoriali, comunicazioni verbali, spesso a un ritmo insostenibile, può portare a livelli di sovraccarico e a quel punto il gesto di ordinaria follia è sempre dietro l’angolo. In questo caso c’è di mezzo un coltello e una ferita grave e qualcuno verrà a spiegarci che quella persona non doveva stare lì con un coltello in mano. Stupidaggini. Stiamo trovando tutti i giorni qualunque attenuante per l’orso assassino del Trentino, vediamo di capire meglio e fino in fiondo una creatura autistica e disperata.

Chi ha a che fare con l’autismo sa che la reazione estrema, bizzarra o violenta, non è mai una sorpresa, semmai qualcosa che è importante prevenire, provare a prevenire.

Ma tutto non si può controllare e così bene potrebbero spiegarcelo i nostri amici autistici, quelli più in difficoltà in questo maledetto complicato mondo, se solo potessero e riuscissero a esprimerlo a parole o in altro modo, mentre sono tutti impegnati a guardarsi intorno e cercare di capire cosa diavolo sta accadendo, cosa diavolo sta succedendo di nuovo e di diverso ogni volta.

Ognuno di noi ha una sorta di libretto di istruzioni che spiega il proprio funzionamento, ogni persona autistica ha un libretto di istruzioni in costante aggiornamento. Io non so e non posso sapere cosa sia accaduto in quel laboratorio, posso solo vagamente provare a immaginare l’istante di terrore che ha colto quella persona autistica in quel momento. Nemmeno voglio commentare la potenziale denuncia per lesioni aggravate, che spero sia solo un inevitabile vizio di procedura, o un banale atto d’ufficio.

Dopo le pennellate del due aprile, festa mondiale per la consapevolezza sull’autismo, ecco il coltello che ricorda la fatica, la fragilità, la sofferenza di chi non riesce a comunicare, di chi si trova cervello e sensi sovraccarichi, di chi ogni giorno apre gli occhi e scende nel campo di battaglia. Dobbiamo avere consapevolezza di questo, soprattutto di questo.

Niente di che, niente che valga uno zerovirgola di pil e niente che valga la discussione di un emendamento, ma nemmeno qualcosa che possiamo nascondere sotto il tappeto o nell’armadio.

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