SE TOCCA A FIORELLO DIRE LA VERITA’ SUI MONDIALI

Una volta erano i giullari, nelle corti dei signorotti, gli unici a potersi permettere di dire certe verità. Non è cambiato poi tanto, in fin dei conti. Per ascoltare qualcosa di vero sui Mondiali in Qatar abbiamo dovuto anche noi aspettare un giullare, uno dei migliori, peraltro, un giullare che ha comunque sempre mantenuto una forte tensione morale e una indubbia intelligenza critica. Raccontato così potrebbe essere Crozza, o Ricci di “Striscia”, o D’Agostino di “Dagospia”. Ma in questo caso è Fiorello.

Facendo intrattenimento – così diciamo noi pensando che le cose serie le faccia la Maggioni al Tg1 con i servizi sulla monarchia inglese -, facendo intrattenimento nel suo “Aspettando Viva Rai2”, Fiorello ha chiamato le cose con il loro nome: “Si dovrebbero ritirare tutti da questo Mondiale, il Qatar è un Paese dove gli abitanti sullo zerbino hanno scritto “diritti umani” e li calpestano ogni giorno”. Con un’aggiunta per niente faceta: “La Rai ha speso 200 milioni per prendere i diritti televisivi di questa manifestazione”, mentre in Qatar, “tutti i tifosi e gli addetti ai lavori saranno chiusi in una Fan Zone, in uno spazio ristretto, con il rischio di essere arrestati se escono da lì”.

Di sicuro Fiorello non rivela niente di nuovo. Ma lo scandalo, in definitiva, sta proprio qui: tutti sappiamo tutto da molto tempo, il mondo civile sa delle accuse di corruzione per spingere la Fifa a ospitare i Mondiali nell’emirato, sa della repressione dei diritti umani, delle condizioni in cui versano le minoranze, le donne, sa soprattutto dei 6000 morti nei cantieri dello stesso Mondiale, tra i lavoratori migranti trattati come schiavi. Tutti sappiamo tutto, ma tutti ci andiamo tranquillamente e tutti guarderemo le partite, comprese magari le solite scenette della squadra coraggiosa che si inginocchia o s’inventa qualche altro gesto per mettere in imbarazzo i potenti del posto. Tutti sappiamo tutto, ma deve farsi avanti Fiorello.

In fondo ci fa proprio comodo un Fiorello che si prende la briga di dire la verità, tanto lui è un giullare e può dire liberamente ciò che vuole, tanto nessuno lo prende sul serio. Da noi il comico serve a coprire il settore coscienza civile, quelli seri non si possono permettere certe licenze, non conviene, non paga, più che altro si paga.

Ma anche in questo caso dei Mondiali disumani vale di nuovo l’antica certezza: quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda il dito. Difatti, in casa Rai hanno subito colto la questione sollevata da Fiorello e hanno prontamente spiegato di aver acquistato i diritti “quando nessuno poteva sapere che l’Italia non ci sarebbe andata”. Come no, la questione morale, di principio, sta tutta qui: che ci fosse o che non ci fosse l’Italia. Magari, sapendo dell’eliminazione, la Rai non si sarebbe sporcata le mani con il Qatar. Spiega bene anche Daniele Macheda, segretario del mitologico Usigrai, sindacato dei giornalisti: “La Rai, come servizio pubblico, ha fatto bene ad acquistare i diritti del Mondiale, perché pensava che l’Italia avrebbe partecipato”. Ecco, appunto, poi magari chiediamoci un’altra volta perchè il sindacato abbia fatto la fine che ha fatto.

In mezzo a questo duello tutto ideale, in nome dei 6000 martiri del Mondiale più palancaio e cinico di tutti i tempi, io continuo ad avere seri dubbi che la Rai si meriti Fiorello. Però sono certo che Fiorello, noi con lui, non si meriti una Rai così.

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