SE QUALCUNO CREDE ANCORA CHE LA RAI SIA TV PUBBLICA

La seriale, metodica, irrefrenabile lottizzazione delle poltrone in RAI dice molto, soprattutto della classe politica italiana, di ieri, oggi e domani, temo.

Dice di un sentire altezzoso, che considera il cittadino un deficiente che deve essere indirizzato. Questo dice. Forse qualche cittadino viene influenzato da quello che ascolta, forse molti cittadini sono influenzati da quello che ascoltano. E in effetti, alla prova dei fatti, anche il meno deficiente dei cittadini si fa gabbare una volta, due, tre e spesso a oltranza.

Il politico lottizzante è convinto che il cittadino non si renda conto del tentato condizionamento, è convinto che il cittadino si lasci avvolgere da quel che vede e ascolti senza spirito critico, maggiore l’esposizione, maggiore il consenso.

Il guaio sta nel fatto che probabilmente il politico ha ragione, il cittadino è un deficiente che in fondo subisce e vuole essere indirizzato. Il politico del resto non fa l’educatore e non vuole che il popolo che rappresenta sviluppi capacità di scelta e discernimento. Il politico vuole che il cittadino ascolti le sue ragioni, e non quelle altrui se possibile, il politico vuole devozione e nessun contraddittorio. Questo il sogno recondito, anche se poi tutti lodano questa bellissima cosa che si chiama democrazia.

Se il politico avesse a cuore il proprio popolo farebbe il possibile per avere sempre presenti le voci discordanti, vorrebbe la certezza che i propri concittadini siano sempre indotti a scegliere.

Per questo ogni canale RAI dovrebbe essere sempre libero e sempre equo nel presentare le voci di tutti e tutte le voci.

Ingenuità e utopia, ma la libertà è questo, poter vedere Vespa su Rai1 e poter dire su Rai1 che Vespa ha rotto l’anima e deve smetterla di usare la televisione pubblica per pubblicizzare i suoi libri, poter vedere la Berlinguer su Rai3 e poter dire che la Berlinguer ha stancato con i suoi siparietti con Corona e le polemiche periodiche a favore di audience. E in mezzo tutto il resto, su tutte le questioni decisamente più rilevanti per il Paese rispetto a conduttori a egomaniaci dello schermo.

Il politico se ne frega naturalmente, il politico vuole l’egemonia, il politico quasi mai è tormentato dal dubbio, quasi mai mostra di esser dilaniato dentro, perché gli capita a volte di aver un pensiero destro o un pensiero mancino che non dovrebbe e non può permettersi.

Il problema è che a guidare un Paese, qualsiasi Paese, dovrebbero starci le anime più nobili, più sagge, più eque e più libere di quel Paese.

Così non è e noi, in fondo, poveri deficienti, a quanto pare stiamo bene così, perché da sempre ci risulta normale pagare una televisione che la politica si spartisce a piacimento, una politica che da sempre fa uso privato di un bene pubblico, che pubblico non è mai stato.

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