SE ANCHE LA VEGANA FA LA MARTIRE

Puoi telefonare prima e informarti, chiaro, magari però in vacanza capita che si faccia l’ora di pranzo o cena senza accorgersene e allora devi cercare in tutta fretta il ristorante più vicino, o quello che ti ispira. Se sei vegano, la scelta a quell’ora si fa terribilmente più complicata, in Puglia poi diventa quasi un’impresa.
All’arco rimane pur sempre la freccia del racconto della drammatica esperienza, che poi se sei una influencer con la bellezza di ben 18 mila influenzati, pardon followers, su Instagram, e addirittura 28.000 su TikTok, è un bell’andare a prendersene di nuovi…

Giulia Pisco ha messo a nudo il suo disagio, vagando vegana per la Puglia insieme ad altre sette persone anche loro tutte vegane, girando un video con lo scopo di raccontare la cruda verità: “In questa regione la tradizione prevede tantissimi piatti naturalmente vegetali, ma con alcuni ristoratori che abbiamo chiamato al telefono è andata male”.

Uno, addirittura, ha risposto a lei e al suo gruppo di amici (c’è la registrazione a inchiodarlo, ma la Pisco ha fortemente voluto tenerlo anonimo): “Oh mio dio siete vegani, andate da un’altra parte, qui non ne accettiamo”. Per contro, Giulietta ha però sottolineato come in molti altri casi i ristoratori pugliesi li abbiano accolti con grandissima disponibilità e gentilezza.

Da una parte il cliente ha sempre ragione, il ristoratore però può non accettare – che so – avventori vestiti male, sporchi, o caciaroni. Può non accettarli se hanno esigenze non comprese sul menu, fermi restando che i toni e l’educazione debbano restare al primo posto. Dall’altra però l’interrogativo sorge spontaneo: se siete un gruppo di vegani e andate in Puglia, come se foste carnivori e andaste in Liguria, o se vi piacesse solo il pesce e andaste a fare le vacanze in Tirolo, non potreste organizzarvi prima per non avere sorprese? Una bella ricerca prima di partire, per esempio: siete in otto, avrete il tempo ciascuno di spulciare l’elenco dei ristoranti in zona…

Essere vegani è una scelta, legittima e condivisibile, dunque anche la scelta di dove andare a mangiare dev’essere legittima e condivisibile. Senza bisogno per forza di andare al ristorante: per la frutta e la verdura ci sono fior di negozi, in Puglia e altrove, e si possono comodamente consumare in spiaggia. Come piace ai naturisti. I video da pubblicare sarebbero ancora più suggestivi e realisti. Anche istruttivi.

Forse non ci credete, ma non sono ironico. Rispetto moltissimo i vegani e rispetto altrettanto i lavoratori della ristorazione. Entrambi hanno i medesimi diritti di scelta, dunque faccio fatica a capire il senso della denuncia di Giulia, se non che per acchiappare follower funzioni più il bastone della carota.

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