SDRAIARSI SUL LETTINO PER ACCETTARE IL CAMBIAMENTO

Tornando a parlare di psicoterapia, a proposito della sua reale efficacia, io sono tra quanti credono nelle potenzialità di un percorso psicologico nel produrre o, almeno, favorire cambiamenti significativi nella vita dei pazienti. Certamente, non sempre ciò avviene, ma talvolta succede. Il successo di un percorso dipende da molti fattori, legati alle caratteristiche del paziente, del terapeuta e della relazione tra loro. D’altro canto è la vita ad insegnarci quanto alcuni avvenimenti importanti, soprattutto quelli dolorosi, siano capaci di modificare il nostro modo di stare al mondo o la nostra percezione di noi stessi e degli altri.

Dunque, cambiare è possibile.

Ma, come ripeto spesso a ogni persona, non si può cambiare… senza cambiare nulla. Un cambiamento reale, per essere tale, deve seguire o precedere una qualche modifica esistenziale concreta. Non si tratta, ovviamente, necessariamente di cambiare lavoro, o città, o addirittura partner, tuttavia reputo con convinzione che: se nulla cambia, nulla sarà avvenuto.

Invece, qualche volta, in modo inconsapevole, i pazienti ci pongono una richiesta paradossale: essere aiutati a stare meglio, ma senza modificare nulla, dei propri assetti personali e relazionali. In tal caso, probabilmente non avverrà nulla di rilevante. Certamente le motivazioni per cui si pensa di non poter modificare nulla talvolta hanno radici profonde e sensate, da rispettare. Va indagato quanto questo convincimento sia figlio della paura o di scarsa autostima. Tuttavia, una richiesta reale di cambiamento deve comportare la disponibilità a mettere in discussione qualcosa dei propri atteggiamenti o comportamenti.

Altrimenti, andare dallo psicologo può essere un piacevole passatempo, una moda, l’accoglimento di una richiesta altrui, un alibi o una perdita di tempo. Niente di più e niente di meglio.

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