SCOPRONO CHE ALLA RAI C’E’ UN “SISTEMA”: GENIALI

 

di CRISTIANO GATTI – Nel Paese dei Pulcinella, doveva per forza arrivare un saltimbanco di grido, questo astuto rapper multitatuato che di soprannome fa Fedez, a smuovere la palude. Gli è bastata una banalità, una cosa risaputa, detta e ridetta di generazione in generazione: alla Rai c’è un “sistema”. Inutile spendere tante parole per spiegare che cosa s’intenda. Piuttosto, fa clamore il clamore delle reazioni: anatema della Lega e standing ovation del Pd. Ma è solo una coincidenza: in mille altri casi, parti invertite. A seconda di chi comanda, chi c’è in gioco, chi dice cosa.

Sì, deprime parecchio che a sollevare questo polverone sia un Fedez qualsiasi. Da decenni, lucidi intellettuali e tante coscienze più o meno critiche ci provano inutilmente: la Rai e il suo sistema, un problema nazionale. D’altra parte, ogni Paese e ogni epoca hanno la coscienza critica che si meritano: noi, oggigiorno, siamo rappresentati da Fedez.

Resta la sostanza, per niente nuova, per niente cambiata: la Rai e i suoi perversi meccanismi di funzionamento. Riesce ancora a stupire, caso mai, solo l’ipocrisia del pandemonio che solleva tutto questo baccano dopo il primo maggio. Sarebbe una novità che una poveraccia della direzione chieda a Fedez di adeguarsi al sistema? Sarebbe una novità che in Rai usino i soldi dell’intera collettività per curare sempre gli interessi di qualcuno?

Senza aspettare Fedez, ogni italiano sano di mente sa come funziona la Rai: chi vince alle elezioni dice subito basta con le ingerenze dei partiti, basta con le clientele e i nepotismi, bisogna ripartire dalla meritocrazia, poi via, chi vince prende tutto e piazza le sue truppe cammellate. Così va dalla fondazione, anni Cinquanta, e nemmeno un Cristo sceso dalla croce riuscirebbe mai a cambiare il metodo. Il sistema. Naturalmente tanti italiani trovano normale che qualcuno comandi, succede sempre e ovunque, ma questi simpatici italiani peccano di un candore colpevole: se a La7 Cairo fa il bello e il cattivo tempo, imbarcando chi gli pare e piace, cacciando chi gli pare e piace, può magari risultare poco democratico e liberale, ma comunque lo fa di tasca sua. Così Berlusconi a Mediaset. Il piccolo problema, la vera differenza che in pochi ricordano, è che invece nel mondo Rai chi comanda con la propria cricca non usa soldi suoi, ma soldi nostri, di tutti quanti. Lo chiamano servizio pubblico, ma questa bella gente dei Palazzi ne fa un uso privatissimo. La Rai come uno scendiletto personale. Con un dettaglio aggiuntivo: accumulando pure voragini di bilancio, buttando al vento montagne di denaro, sprecando nei modi più pittoreschi e furbastri le tasse del popolo.

Questa è la Rai, niente di più e niente di meno, niente di meglio e niente di peggio. Se Fedez proprio non riesce a capire cosa significhi adeguarsi al sistema, si prenda qualche ripetizione dai maestri del settore, ad esempio gente come Vespa, che ogni anno, puntuale come un primo maggio, presenta il suo nuovo libro in tutte le trasmissioni di tutte le reti. Bisogna capire in quale ambiente ci si va a ficcare, bisogna sapersi muovere. Se Fedez crede di poter dire e fare come gli pare, ha chiaramente sbagliato indirizzo. Non ha capito bene. E’ fuori dal mondo. La Rai è questa: una poveraccia messa lì apposta per dire quelle cose registrate al telefono da Fedez, e cioè che per entrare in questa chiesa bisogna comportarsi in un certo modo, recitando una certa messa.

Stavolta così, quando vinceranno altri sarà cosà. Ma il sistema non si cambia. Non qui, nel servizio pubblico italiano: qui, i partiti che esigono una Rai senza partiti si sono inventati tre reti, così da spupazzarsene una ciascuno. Altro che la censura di Fedez. Quella è una banalità puerile. Piuttosto, alla luce degli ultimi fatti, è evidente la necessità di una riforma urgentissima, per tenere il servizio pubblico al passo coi tempi: tre reti sono poche, ne servono almeno cinque o sei.

Poi se la suonano e se la cantano continuando a ripeterci da settant’anni che la Rai è la prima industria culturale italiana. Tu pensa come sta messo il livello culturale di questo Paese.

 

Un pensiero su “SCOPRONO CHE ALLA RAI C’E’ UN “SISTEMA”: GENIALI

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Dott. Cristiano GATTI,
    mi scuserà , ma mi vuole chiarire se il suo bel “Tu pensa come sta messo il
    livello culturale di questo Paese “ è una domanda ?
    Od è una desolante constatazione ?
    Comunque sia , ho la vaga sensazione che si dovrebbe concludere che questo è un Paese che propende all’ignoranza .
    Cavolo, adesso mi sorge un dubbio : anche questa , che sia una domanda od una altrettanto sconsolata constatazione ?
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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