Il fatto mi ricorda moltissimo la situazione buffa vissuta da Silvio Berlusconi il giorno in cui si presentò nella dimora di Arcore lo straordinerio Sacchi Arrigo con il muso duro di uno che dettava legge: ”Presidente, o io o Van Basten”, strillò Righetto. Il presidente rispose con un sorriso dei suoi, presente Paolo Taveggia, fece accomodare all’uscita il docente di Fusignano e, quasi in contemporanea, con una semplice smorfia del viso, anticipò a Taveggia l’epilogo della vicenda. Van Basten restò al Milan e Sacchi prese altre strade.
Dunque: quando un allenatore presume di essere più importante di un giocatore, nello specifico il più forte e nel caso volley la fortissima, va da sé che la soluzione debba essere una e non altre, ma Giuseppe Manfredi non è Silvio Berlusconi e Paola non è Marco, allora Egonu sta a casa e Arrigo Mazzanti continua il lavoro, sperando di non dovere pagare il conto in fase di qualificazione.
Un sondaggio tra i tifosi azzurri del volley assegna la colpa a Paola e salva Mazzanti. Sento puzza di.