SANGIULIANO L’ITALIANO PERFETTO: VOTARE SENZA LEGGERE

Millecinquecentoquarantaquattro. Poteva andare meglio, ma anche peggio al povero Gennaro Sangiuliano, che poi sarebbe il nostro ministro della Cultura.

Membro della giuria del premio Strega a sua insaputa, o almeno così si evince dalle sue parole, si ritrova con l’ingrato compito di dover leggere al più presto i cinque libri finalisti, si ritrova forse con l’ingrato compito di dover leggere, una seccatura che non era stata messa in preventivo.

Uno non ci crede, pensa davvero al malinteso, alla svista, al fraintendimento. Poi ascolta le parole del ministro, per timore di cascare nel tranello delle parti, ma rimane di sasso. Qui non c’è possibilità di travisamento, qui si rimane di sasso perché sono sassi le parole, inequivocabili: “Ho ascoltato le storie che sono, come dire, espresse in questi libri che sono finalisti questa sera. Sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere, ecco, proverò a leggerli”.

La conduttrice della serata, Geppy Cucciari, un po’ basita lo incalza: “Ah, non li ha letti?”. Arrabatta lui, san Gennaro: “Sì li ho letti perché ho votato (laddove uno dovrebbe aver votato perché li ha letti, nda), però voglio, come dire, approfondire questi volumi”.

Perfida, la conduttrice rincalza: “Cioè, oltre la copertina, dentro”. Poi l’applauso al ministro, comunque, e grazie per il lavoro che sta facendo, per le notti insonni, per l’impossibilità di leggere i finalisti del premio Strega del quale è giurato, grazie!

Poi lui si affannerà a specificare, ad appellarsi all’emendamento dell’incomprensione, quello a cui uno fa riferimento quando non si è spiegato bene, quando è stato travisato, quando è stato strumentalizzato, ossia quasi sempre quando ha detto e fatto una stupidaggine, volendo rimanere teneri e magnanimi. Nella fattispecie Sangiuliano si appella al diritto di rileggere, di rivedere alcuni passaggi importanti, di approfondire e del resto chi non passa buona parte del proprio tempo libero a ripercorrere letture che non ha fatto?

Le occhiaie che vedremo dipinte sugli occhi di Sangiuliano in questi giorni non hanno bisogno di approfondimento, ad ogni modo, sono le occhiaie di un ministro scrupoloso che si mette al passo, che umilmente svolge l’esame di riparazione perché ha trascorso le nottate a (ri)leggere i libri finalisti del premio del quale è stato giudice a sua insaputa. Sempre che anche le occhiaie non siano a loro volta davvero dipinte, per approfondire l’effetto che fa.

Povero e tenero comunque, Sangiuliano, vessillifero tra l’altro di quella meravigliosa formula che ormai va per la maggiore, “sono stato travisato”, la formula ormai rituale di chi l’ha combinata grossa ma spera di riguadagnare un pizzico di credibilità, di fatto rendendosi ancora più ridicolo, se possibile.

La sensazione che diventa una certezza. Dai, davvero non li ha letti? Poi riascolti le sue parole e non hai dubbi, non li ha letti. In queste ore si sta affannando, o forse qualcuno gli sta compilando i bigini, perché qualche giornalista insolente finirà per chiedergli di uno o dell’altro libro, per chi ha votato magari.

Ma il voto è segreto, si sa, occulto per la precisione, mascherato e persino casuale a volte. Sangiuliano è il ministro giusto al momento giusto nel posto giusto: il ministro dell’italiano medio che pensa di essere stato travisato, il ministro dell’italiano medio che non legge.

L’Italia non legge e lui la rappresenta come meglio non si potrebbe. L’Italia non legge, ma come Sangiuliano, messa alle strette, leggerà. Chi può dirlo.

Un pensiero su “SANGIULIANO L’ITALIANO PERFETTO: VOTARE SENZA LEGGERE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Qualcuno ce ne scampi per favore, e anche calamari e tutta la genia di sopra e sotto terra. Leggo o non son desta ? Ma perché mi affanno ancora a trovare della serietà?

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