RISPONDIAMO AI TALEBANI FACENDO LA DONNA PRETE

di JOHNNY RONCALLI – Abolite le classi miste nelle università, uno degli effetti immediati della presa del potere dei talebani in Afghanistan.

Una cosa la dobbiamo riconoscere ai fondamentalisti, talebani o meno: sono prevedibili, da loro non ti aspetti sterzate politicamente corrette. Se talvolta si avverte un accenno a possibili aperture, è solo una mossa tattica per distrarre lo spettatore, e infatti lo spettatore si distrae e nel frattempo loro tagliano teste.

È inutile prenderla larga, non c’è dialettica che regga, per i talebani le donne non esistono, non esistono certo come esseri umani. E del resto come potrebbero, non essendo titolari di umanità apparente loro stessi.

A proposito di scuola e università, a proposito di separazione di ruoli e diritti, non è che il mondo occidentale sia stato nella storia immacolato e fin da subito illuminato, intendiamoci. Scolpite sopra gli ingressi separati, alcuni edifici scolastici ancora riportano le scritte di un tempo nemmeno tanto lontano: sezione maschile, sezione femminile.

Però ci sarebbe una cosa chiamata emancipazione, si prova a migliorare insomma, e anche se suona forte, l’assenza di inclinazione all’emancipazione sociale è una delle questioni che pone la civiltà talebana a uno stadio primitivo, schiava non di un Dio ma di segni e simboli acquisiti in modo letterale, parole che nessun Dio rivendicherebbe come sue. Oppure sì, un Dio crudele e impietoso, ma francamente, quale uomo, quale popolo può desiderare un Dio simile, quale uomo, per scelta, invenzione o quel che sia, può voler adorare la causa dei suoi tormenti?

Tornando a occidente, va detto che anche da noi l’acquisizione letterale delle parole sacre e dei precetti religiosi nel tempo non ha lasciato scampo, e tornando alla questione uomini e donne, la società cristiana, i devoti e i cerimonieri, non ha certo dispensato pari diritti a sua volta. Senza che questo voglia assimilarne le pratiche alla inaccettabile crudeltà e disumanità talebana, sia chiaro.

Però, proprio per la diametrale contrapposizione allo scempio talebano, quale momento storico straordinario sarebbe, ad esempio, per equiparare uomini e donne nel ruolo sacerdotale?

È una provocazione, certo, so bene che l’emancipazione richiede tempi biblici, inevitabilmente, o quasi, ma l’uomo razionale occidentale, devoto o meno, non può ignorare che la separazione dei ruoli non può avere alcuna giustificazione divina, ma semplicemente storica e culturale.

E allora cosa attendere, perché perdere l’occasione per mostrare – non tanto agli integralisti, quanto a noi stessi – quanta inclinazione a migliorare sé stessi ancora abita a occidente?

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *