QUELL’UOMO DISPERATO CHE NON CE LA FA NEMMENO A BUTTARSI

Ci sono le guerre tra popoli, tra nazioni, e ci sono le guerre personali, quelle che combattiamo contro demoni e fantasmi che hanno poteri di gran lunga superiori ai nostri.

Ognuno di noi prima o poi deve affrontare la propria guerra personale, ognuno di noi ha i propri demoni e propri fantasmi, certamente ognuno di noi ha bisogno di qualcuno al suo fianco per non uscirne sconfitto, o almeno non sopraffatto e travolto. Tumori, cancri, nostri o di chi ci sta vicino, oppure malattie comunque spietate e irrefrenabili quali le demenze, l’Alzheimer, o ancora la solitudine o altri demoni della mente che vorresti trafiggere con una spada ma non puoi, non li vedi, elusivi al punto da sfiancarti, sfinirti, a volte al punto da farti decidere di farla finita, anche se non vorresti e mai avresti pensato di poter arrivare fino al baratro.

Sgomento e tragico guerriero di queste impari battaglie, mi ha colpito l’ottantaduenne di Sesto San Giovanni appeso alla ringhiera del suo appartamento, sul punto di lasciarsi cadere nel vuoto, ma con ogni probabilità ancora avvinghiato alla vita, indeciso o incapace di farla finita davvero, ed è un racconto che ne fa un uomo vero, stritolato tra la vita che era e la disperazione.

La moglie ricoverata in ospedale, non lo riconosce più, difficoltà economiche imprecisate, lui al suo fianco non ha più la sua ancora, la sua bussola, e allora perché vivere?

Eppure quella ringhiera non la molla, solo la spossatezza forse avrebbe potuto fargli allentare la presa, quella ringhiera non la molla finché sopraggiungono i carabinieri che lo trascinano in salvo. Seguono abbracci e lacrime e disperazione, ma ancora vita, perché la vita ha continuato a chiamarlo anche lì, aggrappato a quella ringhiera e ancora per un po’ l’ha avuta vinta.

Anche spiaccicato al suolo però l’anziano sarebbe stato uomo vero comunque, non più forte, non più debole, e questa storia in fondo non ci chiede altro che non dimenticare chi intorno a noi combatte forse le nostre stesse battaglie, ma non ha o non ha più la forza di resistere, di controbattere, oppure sì, ma ci chiede un aiuto, un segno, ci chiede manforte per andare avanti.

Perché un’altra cosa ci dice questa vicenda, nessuno sopravvive da solo, tutti abbiamo bisogno di un alleato, che sia Dio o semplicemente altri uomini che allunghino una mano o ascoltino una storia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *