FINALMENTE I CALCIATORI SCOPRONO CHE SI PUO’ QUERELARE CORONA

Il Fabrizio non placa il suo famelico appetito, banchettando su resti e carcasse, sbocconcellando su prede non commestibili che – finalmente – si ribellano.

Tra i molti modi originali (e qualche volta, secondo i giudici, illegali) che Fabrizio Corona ha intrapreso per fare quattrini, l’ultimo è inedito e prevede uno spargi-sterco casuale partendo da una zolla di tre nomi: i calciatori Fagioli, Tonali e Zaniolo dediti alle scommesse.

Avendo funzionato l’operazione tra interviste a pagamento e gettoni televisivi di autori a caccia di altri scoop a vanvera, il divo più trash d’Italia ha lanciato il letame del sospetto nel mucchio, colpendo per esempio il laziale Casale, il romanista El Shaarawy, l’interista Barella, salvo poi scusarsi: “Mi sono confuso, mi sono sbagliato”.

Ma i due non hanno gradito e, dopo strali social, hanno messo la questione nelle mani dei legali. Partono le querele, con la speranza che adesso una buona parte di quei compensi ricevuti per le sue rivelazioni vengano devoluti a favore delle vittime di quelle che invece erano solo illazioni.

Non è che, rispetto all’ennesimo triste scandalo del calcio, stia qui a prendermela con Corona: ci sono cose che la legge gli consente di fare, altre che gli vieta e per cui viene punito. Piuttosto, è imbarazzante che l’informazione (sic!) non si nutra di notizie certe, non attenda la fine di indagini, processi e sentenze, ma si faccia bastare le chiacchiere di un personaggio come questo. Perché la verità è che non solo Barella ed El Shaarawy sono finiti nel calderone, sbattuti in prima pagina, solo sulla base di supposizioni dell’ex fotografo. Ce ne sono parecchi altri e spero procedano a loro volta con querele, azioni legali e non solo post avvelenati. Sarebbe ora di passare dalle chiacchiere e dai post all’unica via che mette tutti davanti alle proprie responsabilità, la via legale.

Succede che ai media basti e avanzi Corona, mentre le inchieste riguardanti i siti di scommesse, le piattaforme online di giochi d’azzardo, quelle di trading fasullo, delle slot in bella vista nei bar che distribuiscono (eccome) vincite in denaro, le 1300 sale legali chiuse in Italia che hanno favorito il proliferare di quelle sul web… ebbene quelle inchieste le fanno e le postano cittadini privati sui loro profili, analizzando, snocciolando numeri, scoprendo un mondo d’azzardo che non è per niente sommerso, ma anzi sotto gli occhi di tutti. Ma del signor Brambilla e della signora Pina che si sono rovinati aspettando che uscissero i numeri in ritardo sulle loro ruote, se ne fregano tutti e non c’è un tabaccaio alla Corona che faccia i loro nomi, perché – appunto – non fanno notizia. Eppure di questi che non sono affatto ludopatici, ma cristiani alla disperata ricerca di sbarcare il lunario, è pieno il mondo.

La morale è che Fagioli, Tonali e Zaniolo sono ora sommersi di colpe, compatimento e perdono quasi in egual misura. Ma finalmente anche chi infama gli innocenti merita di essere punito. In maniera esemplare o, molto più semplicemente, una volta per tutte.

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