QUELLI CHE ANCORA SI ATTACCANO ALLA TETTA DELLA GRANDE MADRE RUSSIA

Su questa faccenda, si è espressa con significativa serietà l’onorevole Picierno, il che tenderebbe a dimostrare che la situazione è tutto tranne che seria. Tuttavia, al di là delle solenni valutazioni geopolitiche della parlamentare del PD, che, per solito, hanno il valore intrinseco delle banconote del Monopoli, la notizia è interessante e merita due righe di commento. In Emilia-Romagna, terra ultimamente piuttosto fertile in quanto a trovate pittoresche, pare prosperi un’associazione Russia/Emilia-Romagna, che si dà un notevole daffare per sostenere la causa di Putin e controbattere alle notizie tarocche, fabbricate dalla propaganda filoamericana.

Costoro, animati dal sacro fuoco putiniano, organizzano mostre e attività varie, allo scopo di rivelare al mondo la bontà delle intenzioni del presidente russo e, per converso, i malvagissimi scopi degli altri: quelli che pensano che l’Ucraina sia stata aggredita e che Putin sia una specie di dittatore.

Fin qui, tutto normale: sulla vicenda del conflitto russo-ucraino, da sempre l’opinione pubblica italiana si divide, come, d’altronde, accade anche per l’utilizzo del VAR o per i vincitori di Sanremo. Anzi, in questo caso la cosa ha più senso, giacchè gli Italiani meno ne sanno e più ci si incaponiscono.

Ciò che, invece, non pare tanto normale è che questi simpaticoni, nel quadro dei loro intenti apologetici, celebrino l’Unione Sovietica, autentico paradiso valoriale: tanto è vero che Lepore e Muzzarelli, rispettivamente sindaci di Bologna e Modena e, verosimilmente, non proprio dei truci fascisti, hanno deciso di stoppare due iniziative della predetta associazione, nelle città da loro amministrate.

Insomma, questa curiosa confraternita che accomuna leghisti e centri sociali sembrerebbe preoccupare assaissimo il PD, in vista delle elezioni europee. Che il PD tema una titanica tranvata elettorale ci sta: e questo spiegherebbe l’illuminata analisi della Picierno, che ne paventa il risultato come una destabilizzazione putinesca delle nostre democrazie. Cosa intenda con queste inquietanti profezie, non è dato di sapere, ma tant’è: il piciernese è un complesso patois, non sempre di facile interpretazione.

Quel che è, invece, abbastanza facile da capire è che questi qui dell’associazione Russia/Emilia-Romagna siano pittoreschi picari: gente di chitarra e di strapazzo. In altre parole, che siano un tantino fuori asse. Pensare che si tratti di eversori al soldo di Putin è perfino più bislacco dell’organizzare celebrazioni per i caduti della guerra patriottica del 1941.

Ora, io capisco anche che, nelle file piddine, serpeggi un frisson elettorale senza precedenti e che, data la situazione, vi sia chi teme fortemente la catastrofe europea: tuttavia, mi pare che il PD non abbia alcun bisogno di sovversivi filorussi, verdi o rossi che siano, per prendere una severa batosta. Bastano le esternazioni dei suoi dirigenti.

Va bene tutto, ma credere sempre e comunque che Putin passi il suo tempo a finanziare associazioni italiane che, sotto copertura, minino le nostre istituzioni con temibili attività, come cineforum o pubblici dibattiti, mi sembra denunciare più un’ossessione che un’eversione.

In definitiva, mi sembra tutta una pochade o, per dirla schietta, una buffonata: buffonata sostenere la Russia esaltandone i meravigliosi trascorsi ante perestroika, buffonata scambiare queste bubbole per attività destabilizzatrici della democrazia e, infine, buffonata il pensare che siano questi gli strumenti con cui Putin piloterebbe le elezioni europee, ammesso e non concesso che lo voglia fare.

Mi verrebbe da dire: siamo seri. Tutti quanti. Altrimenti, di questo passo, si arriverà ad indicare come temibili alfieri dell’imperialismo russo Ferretti e Zamboni, che, con la loro fedeltà alla linea, hanno cantato sui palchi di tutta Italia: CCCP! Per fortuna che ci sono gli Skiantos a controbilanciare questa devastante campagna di destabilizzazione democratica, con la loro rassicurante: mi piaccion le sbarbine! Un messaggio di pace e di amore che tranquillizzerebbe perfino la Picierno. E pensare che, a Bologna, una volta, ci si andava per studiare nella più antica università del mondo…

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