QUEL VILE SILENZIO SULL’ATTACCO DI GRILLO ALL’AVVOCATO DI UNA STUPRATA

Il fatto è arci-noto. Domenica sera, durante la lunga comparsa-show di Beppe Grillo al programma televisivo “Che tempo che fa”, l’ex comico e fondatore del Movimento 5 stelle ha attaccato l’avvocato Giulia Bongiorno (nella foto), definendo “comizietti davanti ai tribunali” i suoi interventi. Lei è il legale della ragazza che accusa il figlio di Grillo, Ciro, e altri tre suoi amici di violenza sessuale.

Il tentativo di delegittimazione è evidente. Il conduttore Fazio ha fermato il suo ospite, affermando l’inopportunità di affrontare l’argomento in quella sede. Per la verità, non ha confutato le parole del suo ospite, né ha espresso alcuna reprimenda per il tentativo di utilizzare la visibilità televisiva al fine di influenzare un processo per stupro, ai danni della presunta vittima.

Ovviamente, il giorno successivo Bongiorno ha risposto con durezza alle parole di Grillo. Ma non è questo il punto: non mi pare che in sua difesa si siano espresse femministe o quanti in genere prendono legittimamente posizione contro ogni episodio di aggressività verso le donne. Nessuno, eccetto i sodali politici della Bongiorno, ha considerato indegne le parole di Grillo.

E’ più importante la Bongiorno avvocato, donna, difensore di una ragazza vittima di uno stupro di gruppo, o conta di più la Bongiorno parlamentare leghista?

E’ il solito vizio, per la verità condiviso da tutti, destra e sinistra. Contano sempre di più le appartenenze politiche piuttosto che la gravità dei comportamenti. Invece, dovrebbe essere il contrario, con il primato dei fatti, a prescindere di chi li compie. Se fosse stato, dico per dire, un leghista a parlar male di un’avvocatessa, legale di una vittima di violenza sessuale, ci sarebbe stata senz’altro grande indignazione a sinistra, ma sono altrettanto certo che a destra ci sarebbe stata se non proprio comprensione, una sicura benevolenza.

Siamo alle solite: se lo dice un avversario politico, è sbagliato per partito preso; se lo dice chi sta dalla mia parte, non va mai attaccato. E’ la più subdola mortificazione della libertà, della più alta forma di libertà: la libertà dai nostri pregiudizi e dalle nostre convenienze. Ma così, il grado di civiltà della nostra società non cresce mai. Continua a regredire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *