QUEL PROF INFLUENCER DELLA SAGGEZZA RIEMERSO DALLE MACERIE

In queste ore sta girando in rete la lettera che nel 2018 scrisse ai suoi studenti Pietro Carmina, docente di storia e filosofia, nel momento del congedo dopo 43 anni di insegnamento liceale.

La lettera è davvero commovente e costituisce l’ultimo lascito del professore ai suoi allievi. Si scusa se qualche volta non è stato all’altezza delle loro aspettative, motiva il suo stile didattico, li esorta alla curiosità e all’impegno, a non essere indifferenti e a difendere chi non ce la fa. Confessa che una sua felicità è nel sentirsi ricordato dagli allievi e che gioisce per i successi conseguiti da alcuni di essi. Conclude dando loro, anche ora che sono adulti, la sua disponibilità per una risata, un confronto, un consiglio, un saluto.

Io ho provato a riassumerla ma invito a leggerla integralmente. E’ davvero bella e ricca di spunti. E’ stata messa in rete dai suoi allievi e poi ne hanno dato notizia diversi organi di stampa.

Ora, nessuno avrebbe saputo nulla di questa lettera e del suo autore, tranne forse poche decine di persone, se il professor Carmina non fosse morto per un incidente. Egli, infatti, è una delle prime vittime della tragica esplosione di Ravanusa. Così, per questa tragica fatalità, veniamo a conoscenza di questa persona speciale, di questo ignoto milite dell’impegno civile, di quest’eroe silenzioso del nostro tempo. Penso che siano persone così, poche ma non rare, a garantire la tenuta sociale del nostro paese. Sono la dorsale civile della penisola, formano una straordinari diga all’imbarbarimento delle relazioni, oppongono gentilezza e cultura alla prepotenza e all’ignoranza.

Eppure c’è un problema gigantesco. Di persone così nessuno parla, la rappresentazione della realtà offre uno spazio incessante a comunicatori, famosi ma che hanno ben poco da dire. Solo per fare un esempio recente, a costo di sembrare maschilista, trovo eccessiva l’attenzione data alla pacca sul sedere ad una giornalista, al commento del giornalista in studio, alle dichiarazioni dell’aggressore. Qualcuno è arrivato a chiedere alla giornalista persino cosa abbia provato in quegli attimi…

Ecco che l’esempio del professor Carmina contiene un monito per tutti coloro che si occupano di comunicazione. Come lui dice ai suoi allievi, “occorre sporcarsi le mani, mordere la vita, infilarvisi dentro, non aver paura di andare controcorrente”. Basta con le mode, basta col dare fama a chi non ha nulla da dire. Cerchiamo la saggezza, per favore.

 

QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA:

 

Ravanusa, la lettera del prof Carmina ai suoi studenti prima della morte: “Ragazzi miei, mordete la vita”

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