Io ho conosciuto due dei miei nonni, nati ai primissimi del Novecento, molto presenti nella mia infanzia, mentre i miei nipotini, nati poco prima degli anni venti di questo secolo, mi auguro possano vivere fino al 2100. Sul piano psicologico questo attraversamento comporta che siamo stati influenzati e influenziamo direttamente vite distanti 200 anni circa.
Ora, nella storia dell’umanità mai come in questi decenni la vita si è modificata in modo tanto radicale. I progressi tecnologici e scientifici, i cambiamenti culturali e di costume sono talmente vertiginosi che è difficile finanche immaginare i punti di contatto tra la vita quotidiana di cent’anni fa e tra ciò che avverrà a fine secolo.
Per fare solo un esempio, sono certo che i miei nonni non si siano mai allontanati dall’Italia mentre i miei nipoti a meno di 5 anni hanno già compiuto un viaggio intercontinentale e inoltre hanno visitato tre nazioni europee.
Anche per la velocità di tali mutamenti, probabilmente, aumenta il disagio psicologico nei nostri tempi. E’ la prima volta che agli esseri umani viene richiesto un adattamento tanto veloce a cambiamenti di ogni genere. In passato la vita era molto più stabile nel tempo, i cambiamenti generazionali e i mutamenti nei decenni erano molto più lenti, sia negli aspetti materiali che nei riferimenti valoriali. Inoltre, oggi la quantità di informazioni e le notizie che riceviamo è infinitamente più alta e siamo sottoposti ad un bombardamento di dati tra cui diventa difficile districarci. Disponiamo di sempre maggiori comodità pratiche, ma proprio la grande disponibilità rende sempre più complessa ogni scelta.
Insomma, ci viene richiesto di correre e non possiamo stupirci se spesso arranchiamo.