QUANDO I PRETI CEDONO PER AMORE

di JOHNNY RONCALLI – Città di Castello, in provincia di Perugia: due sacerdoti della medesima parrocchia, prevosto e curato, decidono di abbandonare la tonaca. Le ragioni parrebbero di natura sentimentale, pare che entrambi abbiano una donna che ha fatto vacillare la loro vocazione.

L’amore del quale sono capaci David Tacchini e Samuele Biondini, quaranta e cinquanta anni, ha imboccato una strada che non è più quella spirituale, o almeno non solo.

Le decisioni dei due preti in realtà hanno origini temporali non proprio concomitanti, ma lascia sorpresi la concomitanza di luogo, può essere che i due si siano confrontati, abbiano confessato l’uno all’altro i rispettivi tormenti, le proprie afflizioni e può essere che il confronto abbia portato conforto e pensieri necessari per giungere alla loro risoluzione finale.

Parlo di tormento e afflizione perché non può che essere così. Qual è la pratica più ardua per un uomo su questa triste e bellissima terra, in questa triste e bellissima vita, se non ascoltare sé stessi e agire in conseguenza, con franchezza e onestà?

È un banale e trito discorso, forse, ma chi di noi non nutre il rimpianto di non aver ascoltato sé stesso in alcune occasioni, anche in quelle cruciali, vivendo poi il resto della propria vita con inevitabili ombre minacciose dal passato.

I due sacerdoti avrebbero potuto anche condurre una doppia vita, così fan molti in fondo ci viene detto, ma il fatto che così non sia non deve lasciarci indifferenti, perché una scelta simile traduce l’essere uomo, coltivare dubbi, interrogare sé stessi, dilaniarsi se inevitabile, essere onesti con il proprio io e con gli altri, a maggior ragione se sei il pastore di una comunità.

Parlo da laico che più laico non si può, lontano anni luce dalle faccende di Chiesa, con il convincimento distaccato e forse grossolano che in fondo la soluzione protestante sia la più sensata, la più vicina all’essenza dell’uomo, che è spirito, ma in eguale se non maggior misura carne, ma questo poco ha a che fare ora con le scelte di David e Samuele.

Anche se la Chiesa ha perso due suoi ministri, credo che il mondo abbia guadagnato due uomini veri. Saranno felici, vivranno i loro amori, oppure falliranno, cadranno, magari si pentiranno e ritorneranno i tormenti e le angosce, ma non aver nascosto e non essersi nascosti, a sé stessi innanzitutto, li rende uomini veri, così essenziali e così rari in questi grami tempi di prosaici condottieri opportunisti.

Se tutto quanto suona retorico, io sono grato a queste due persone per il loro retorico essere uomini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *