INTER E TAGLIO STIPENDI: STO CON I GIOCATORI

di LUCA SERAFINI – L’equazione è di una semplicità disarmante, talmente elementare da far levare gli scudi candidi dei moralisti e di tutti i sacerdoti senza tonaca: “Con quello che guadagnano…”.

I calciatori, sempre loro. È tempo di crisi senza precedenti, è un’epoca dove già sopravvivere è un traguardo appagante, una sufficiente consolazione. E dunque di che si lamentano i calciatori?

Se mi è permesso, la questione Inter – con la richiesta della proprietà cinese di tagliare due mensilità – è un po’ diversa come prospettiva, perché qui la diatriba non è tra multimilionari e poveretti, ma tra multimilionari e basta. Perché il gruppo Suning proprietario del club nerazzurro sforna utili a ripetizione, anche nel 2020 e nel primo trimestre 2021. Scoppia di salute, salvo qualche buco qua e là e – soprattutto – il veto del loro governo nell’investire ancora nel calcio. A Oriente e Occidente. E di quel governo la famiglia di Zhang è parte attiva e vicina.

I contratti sono contratti, fino a prova contraria. La squadra ha rispettato il suo, portando a termine l’investimento per cui Suning si è impegnata: vincere lo scudetto. Risulta che già molto più di un anno fa la proprietà dell’Inter fosse a conoscenza delle prospettive di disimpegno cui era avviata, dunque perché disattendere ora i patti?

L’interlocutore di allenatore e giocatori campioni d’Italia è un colosso mondiale con decine di migliaia di dipendenti, milioni di clienti e-commerce, migliaia di negozi in centinaia di città in tutti i continenti. Se è costretto a non interessarsi più del pallone per politica interna del proprio Paese, non certo per mancanza di liquidità, perché dovrebbero essere i tesserati a rinunciare a qualcosa? Non sono in ballo lavoro e futuro dei dipendenti della Suning, ma solo il rispetto dei contratti in essere con il club di calcio italiano.

Già Suning deve essere più che soddisfatto perché l’accondiscendenza dello spogliatoio nel percepire (o non percepire affatto) stipendi in grave ritardo, ha salvaguardato l’Inter da penalizzazioni severe come da regolamento. Ora tocca a loro, non a Conte e ai giocatori. C’era tutto il tempo per correre ai ripari: un prestito di 250 milioni a un colosso con un patrimonio stimato di 7,4 miliardi di dollari non lo nega nessuno. Ma andava chiesto in autunno, se ci fosse stata la volontà politica (appunto) di onorare gli impegni.

Mi dispiace, ma prendo ampie distanze dalle prediche di queste ore sui doveri di rinuncia dei calciatori in tempi di vacche magre: Suning non è rimasto alla guida con una pistola alla tempia, semmai (metaforicamente) gliel’hanno puntata per andarsene. Problema suo, non della squadra. Ma prima di sparire, rispetti i contratti.

2 pensieri su “INTER E TAGLIO STIPENDI: STO CON I GIOCATORI

  1. Flavio dice:

    Attendo lo stesso giudizio per exsor controllante juve. La differenza tra chi possiede carta stampata e chi no è evidente palese e sotto agli occhi… Essere tifosi non vuol dire avere le fette di salame sugli occhi. L’inter per stipendi in prima pagina su tutti i giornali. la juve avra stesso trattamento?

    • Luigi dice:

      Invece io credo che sia allucinante che l’Inter non sia stata penalizzata. Certo i giocatori si sono trovati tra l’incudine e il martello. Non hanno ricevuto lo stipendio o l’hanno avuto in ritardo, ma per evitare una penalizzazione sportiva che poi ancora c’è chi gioca a calcio per vincere e non solo per soldi, hanno taciuto e subito. Come l’attrice che per girare il film di successo taceva delle nefandezze del regista o produttore. La legge dovrebbe tutelare queste persone. Gli atleti ricevano la medaglia per aver vinto il campionato, la società sia penalizzata e le venga tolto uno scudetto rubato perché figlio di una campagna acquisti fuorilegge e che non si potevano permettere. Facile vincere così…..

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